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Ci sono alcune parole che sono magiche perchè appena vengono dette suscitano un moto di gioia e di meraviglia improvviso e innato… Tale è per me la parola “Pancake“!
Non si può dire che sia un cibo della mia tradizione, ma è come se lo fosse, probabilmente complici i fumetti con cui sono cresciuta in cui Paperino (che adoravo) aveva come suo pezzo forte in cucina i pancake con sciroppo d’acero!
I miei pancake ripercorrono quella via e poi hanno una virata verso una versione riaggiornata, più equilibrata per la nostra vita quotidiana, non esattamente a fumetti.
La ricetta nasce senza glutine e in più ho deciso di usare una lievitazione lenta diretta anzichè il lievito istantaneo. Nulla di complicato, non spaventatevi! Semplicemente c’è da aspettare un pò di più, ma si è ripagati da un gusto un pò più aromatico e da un prodotto fermentato e quindi più digeribile. Basterà preparare l’impasto la sera prima per il mattino dopo!

Munitevi di ingredienti e si comincia!

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Ingredienti:
100 g farina di grano saraceno
50 g farina di riso o miglio
75-90 g di acqua tiepida
0,8 g lievito di birra (per chi non fosse munito da bilancia da gioielliere usatene una quantità grande come un chicco di riso tondo!)
latte vegetale a scelta
sale, vaniglia
olio
Per farcire
Sciroppo di acero
Crema di mandorle (ho usato la Valdibella, è la mia preferita con le sue toni simili all’amaretto!)
Fantasia q.b.

Procedimento
Mescolare insieme le farine setacciandole, aggiungere l’acqua tiepida nella quale è stato sciolto il lievito. Mescolare con l’acqua le farine in modo da avere un composto omogeneo.
Lasciar riposare 1-2 ore a temperatura ambiente coperto, quindi mettere in frigorifero per 8 ore circa (tutta la notte).
La mattina dopo tirare fuori dal frigo, aggiungere un pizzico di sale, vaniglia in polvere e del latte vegetale tiepido: se si usa latte di riso o avena sarà molto gradevole, se si usano altri latti vegetali come soia o mandorle (non dolcificati) suggerisco di aggiungere un pò di dolcificante. Aggiungere latte quanto necessario per ottenere una pastella.
Lasciare riposare ancora 30-45 minuti.
Cuocere la pastella a cucchiaiate in una padella antiaderente usando poco olio all’occorrenza.
Infine servire i pancake spalmandoli con della crema alle mandorle e versandoci dello sciroppo di acero!

Quindi… enjoy!

“Chai chai…chai chai” è un suono che risuona nelle strade trafficate di Madras oppure di fronte ai tempi di Madurai o alla stazione dei treni di Bangalore e sui treni diretti ovunque in India.. Il chai è una bevanda…anzi la bevanda in India! E’ un te speziato, anche se non proprio quello che intendiamo in Europa per “te”. Infatti il chai ha la caratteristica che non solo sia arricchito da spezie profumatissime (e benefiche!), ma che è a base di latte (oppure latte e acqua), di conseguenza più corposo di quello cui siamo abituati essere un te.
Se lo si assaggia per strada da uno dei tanti venditori ambulanti si potrebbe notare questo grande calderone profumato dove si porta ad ebollizione il latte insieme a spezie (cardamomo, cannella, zenzero, pepe nero, coriandolo, chiodi di garofano, anice stellato, noce moscata… a ognuno la sua miscela!) e un pò di te nero naturalmente.
Poche bevande sono così aromatiche, profumate, avvolgenti e accomodanti come il chai per me. Spesso in inverno il suo effetto diventa oltre balsamo per l’animo anche panacea per i raffreddamenti.. E si, perchè scegliendo bene le spezie da aggiungere si può sfruttare questa bevanda per prepararci anche un buon supporto per gli acciacchi di stagione: zenzero (ottimo per liberare le vie aeree), cannella (nella medicina cinese usata nei rimedi per combattere il freddo), chiodi di garofano e anice stellato (entrambi antibatterici)..  Ma naturalmente se la usate come rimedio per un raffreddore abbiate cura di non aggiungere zuccheri extra, basterà usare un latte vegetale (per sua natura più dolce) come ho indicato nella mia ricetta e magari una spolverata di cannella in più!

P.S. Una volta diventati pratici con il gusto del chai, nessuno vieta di usarlo in altre forme, come per esempio la mia crema per farcire delle frolle al gusto di masala chai.

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Ingredienti (2 tazze)
350-400 ml di latte di avena
1 cucchiaino di te nero darjeeling
1 bacca di cardamomo
4 fettine di zenzero fresco
3 chiodi di garofano
1 cucchiaino di cannella in polvere
1/3 di cucchiaino di semi di coriandolo
noce moscata
anice stellato in polvere

Procedimento
Versare il latte in un pentolino e aggiungere le fettine di zenzero fresco quindi fare sobbollire per alcuni minuti. Nel frattempo macinare il cardamomo, i chiodi di garofano, il coriandolo e poca noce moscata.
Aggiungere le spezie polverizzate e quelle già in polvere al latte che ha sobbollito per qualche minuto con lo zenzero e lasciare ancora un minuto, quindi aggiungere anche il te e spegnere lasciando riposare per almeno 3-4 minuti.
Filtrare e servire caldo.

Il lassi è una bevanda rinfrescante usata tipicamente un pò in tutta l’India, è una base di yogurt e acqua, servito fresco/freddo aromatizzato con spezie o frutta e/o dolcificanti: di solito si usa durante o dopo il pasto. Durante le giornate più calde è ottimo per rinfrescare e comunque veniva bevuto anche per agevolare la digestione (grazie ai fermenti e alle spezie). Bevande a base di yogurt, vengono usate nelle varie varianti in molti paesi caldi, oppure per accompagnare i pasti molto ricchi e abbondanti (in Turchia molto spesso i pasti vengono accompagnati da una bottiglia di latte fermentato).
La variante che propongo non è a base di yogurt vaccino e latte ma di latte di mandorla fermentato, che aromatizzo secondo i gusti, come in questo caso con pesca e basilico. Può essere utile per colazione, merenda o per accompagnare un pasto in estate, o da portare con se per un picnic o giornata al mare.
Il risultato è molto piacevole, rinfrescante, delicato grazie alla mandorla e, in questo caso, profumato dal basilico.


Ingredienti per 2 persone
300 ml di latte di mandorla al naturale
2 cucchiai di yogurt di soia al naturale
3/4 pesche mature
6-7 foglie di basilico
4 cubetti di ghiaccio
1 cucchiaino di succo di limone
3 cucchiai di sciroppo di riso o altro dolcificante (facoltativo)

Procedimento
Scaldo il latte di mandorla in un pentolino fino a renderlo tiepido, quindi lo verso in un barattolo di vetro pulito, aggiungo i 2 cucchiai di yogurt di soia, mescolo, chiudo con una garza di cotone e lascio a riposare in ambiente tiepido per circa 8 ore dopo di che sposto in frigorifero e fermo la fermentazione.
Taglio le pesche a cubetti e trito il basilico, aggiungo il dolcificante e il succo di limone e lascio marinare per almeno 30 minuti in frigorifero.
Frullo insieme le pesche con poco latte di mandorla fermentato per omogeneizzare tutto, quindi aggiungo il rimanente latte fermentato e aggiungo un paio di cubetti di ghiaccio prima di servire.

 

Da anni è immancabile nei miei corsi di cucina sulle spezie e fino a poco tempo fa era un perfetto sconosciuto ai più. Negli ultimi mesi invece non si sente parlare di altro, tanto che molte aziende si sono già attivate e produrlo e venderlo come bevanda già pronta oppure miscele pronte e aromatizzate a cui va aggiunto solo la parte liquida.
Ben vengano le buone abitudini, ma visto che in tanti continuate a chiedermi: “ma come si fa il Golden Milk?” ecco qualche spiegazione.

Ma di cosa stiamo parlando?
Il Golden Milk è una bevanda largamente diffusa in India, soprattutto come rimedio/prevenzione. Si narra che gli yogi consigliassero ai loro discepoli, che tenevano per lungo tempo le loro posizioni yoga, di usarla almeno per 40 giorni all’anno in modo che le loro articolazioni potessero trovare sostegno da questa bevanda.. Le articolazioni e non solo aggiungerei. Il Golden Milk ha una composizione tale da essere considerato un antinfiammatorio naturale, sia per articolazioni, ma in generale anche per l’apparato scheletrico e muscolare…
Essendo la curcuma il “principio attivo” di questa bevanda, le sue proprietà sono molte altre ancora:

antiossidante molto potente (da qui l’azione antinfiammatoria) che svolge la sua attività non solo a livello muscolare ma riduce anche lo stress ossidativa interno che è una sorta di piccolo stato di infiammazione cronica lieve con cui spesso conviviamo perchè molto silente e lieve (ma spesso cronico);

– la spezia anti-cancro (definita così da molti ricercatori): si è visto come la curcumina si attiva sia come inibitore della proliferazione cellulare, sia come “killer” di cellule anomale. Sempre per il suo potere antinfiammatorio può prevenire gli stati che determinano lo svilupparsi di un tumore;

– allevia i sintomi dell’artrite: varie ricerche hanno dimostrato che la curcumina allieva i sintomi dell’artrite nel giro di 2 settimane come un farmaco antinfiammatorio;

fegato: sembra che contribuisca a tenere il fegato in salute favorendo la produzione di enzimi deputati alla detossificazione del fegato, sia favorendo il flusso biliare che depura e rinvigorisce il fegato;

– per le donne in età fertile: le bevande a base di curcuma sono consigliate per dare sollievo ai fastidiosi crampi e disturbi mestruali. La cura deve essere preventiva, per esempio una settimana prima del ciclo.

Questo solo per citare alcuni degli effetti benefici, in effetti la letteratura scientifica si è data molto da fare riguardo gli studi sui benefici della curcumina…Ma l’ispirazione è sempre data dalle tradizioni popolari: la curcuma era così tanto usata e per così innumerevoli rimedi che un fondo (più di un fondo) di verità ci doveva essere.

Come si prepara il Golden Milk?
L’originale ricetta indiana sembra che fosse a base di una pasta di curcuma, acqua e pepe che viene sciolta in un bicchiere di latte di capra con un cucchiaio di olio di mandorle.

In pratica abbiamo bisogno perchè la curcuma funzioni che ci sia nella miscela una (o più sostanze) che contribuiscono a favorirne l’assorbimento: il pepe e la parte grassa (olio e latte). That’s it!

Se si comprende il principio, è semplice creare la propria versione, in base alle proprie esigenze e gusti (più o meno pepe, latte vegetale invece di quello animale, aggiungere del dolcificante a piacere per renderlo più gradevole..).

Personalmente non preparo la pasta di curcuma (a base di curcuma, poco pepe e acqua tiepida quanto basta per avere una pasta) per il mio golden milk ma parto direttamente dalla curcuma in polvere. E’ comunque molto veloce.

Uso un latte vegetale, che ritengo più sano per me e per il pianeta, e preferisco il latte di mandorle: la scelta va sul latte di mandorla perchè tra i latti vegetali è uno di quelli con una maggiore quantità di grassi buoni ideali per favorire l’assorbimento della curcumina.

Sull’uso del pepe ognuno può far appello alle proprie esigenze: personalmente ne uso un pizzico per ogni bicchiere che mi preparo. Può essere eliminato nel caso si soffra di problemi gastrici oppure limitarlo moltissimo. Se eliminate il pepe potreste aggiungere un pò di zenzero, cannella, chiodi di garofano oppure una miscela di spezie ma soprattutto non dimenticate di aggiungere alla bevanda il cucchiaino di olio per dare la possibilità alla curcuma di essere assorbita.

E il sapore?
C’è chi lo ama al naturale e a chi invece non piace il sapore. Suggerisco sempre di iniziare con una dose più bassa di curcuma in modo da familiarizzare con il sapore (nella mia ricetta per esempio si può iniziare con 1/2 cucchiaino aumentando le dosi di giorno in giorno).
Dolcificare si può? Si magari con un dolcificante naturale come il malto, zucchero di cocco, sciroppo di dattero, succo di mela… Niente paura, funzionerà lo stesso, basta non esagerare con gli zuccheri!!!

Ed ecco la mia ricetta..

goldenmilk

Ingredienti (per una tazza):

1 cucchiaino abbondante di curcuma

1-2 cucchiaini di olio di lino (va bene anche mandorle, canapa o altri oli a scelta)

1 pizzico di pepe macinato di fresco

1/4 cucchiaino di garam masala (facoltativo)

200 ml circa latte di mandorle al naturale (preferisco quelli prodotti in  Italia)

succo di acero  a piacere

Procedimento

In una tazza verso la curcuma, macino il pepe nero, aggiungo il garam masala e l’olio di lino.

Scaldo il latte di mandorla, rendendolo tiepido o poco più. Ne verso una piccola quantità nella tazza per sciogliere le spezie e i piccoli grumi di curcuma (sgradevoli al palato). Aggiungo il rimanente latte e infine dolcifico a piacere.

Le patate magenta sono sia bellissime da vedere che buone per la salute: sono ricche in antociani, proprio i pigmenti che danno il tono magenta. Gli antociani hanno proprietà antiossidanti e antinfiammatorie: le cosiddette molecole della giovinezza! Se questo non ti convince, bene allora provale per il loro splendido colore, anche la cromoterapia ha un ottimo effetto sul nostro umore! Oltre alla bontà di una ricetta.
Trovarle può non essere semplice, magari rivolgetevi a dei contadini della vostra zona: personalmente visitando il mercato contadino di Mantova del Sabato sono stata attratta uno splendido banco caratterizzato da ortaggi colorati e dalle forme irregolari che faceva proprio pensare che chi se ne occupava aveva lasciato spazio alla biodiversità (e creatività) della natura e non all’esclusiva filosofia commerciale umana: e qui facevano capolino anche queste patate.

Quella a seguire è una ricetta semplice per un dressing da poter usare per le patate magenta (ma anche altri tipi se non le avete a disposizione) preparata dopo aver letto una ricetta tratta dall’ispirante mondo speziato di Vikas Khanna.

patate_magenta_dressing

Ingredienti
400 g patate magenta di taglia medio-piccola a piacere
1 cipolla rossa
100-120 ml di panna vegetale o di panna di anacardi zenkitchen
1 cucchiaino di senape
1 cucchiaio di aceto di mele
coriandolo semi, paprika affumicata, pepe nero
erba cipollina
uvetta o prugne secche denocciolate
sciroppo di agave o di riso (facoltativo)
sale
Procedimento
Lessare le patate magenta in acqua procedendo come per le patate che usate abitualmente.
Mettere l’uvetta in una ciotolina piena di acqua ad ammorbidirsi.
Mescolare alla panna di anacardi (o panna vegetale) la senape, l’aceto, una macinata di pepe nero e la paprika affumicata. Amalgamare il tutto e aggiungere un pochino di acqua per allungarla, la quantità dipende dalla panna che è stata usata e sue caratteristiche: concettualmente la consistenza è quella di un dressing non corposa come la panna. Aggiustare di sale e aggiungere del coriandolo in semi tritato.
Potrebbe essere necessario aggiungere un cucchiaino di sciroppo di agave o altro dolcificante per aggiustare il gusto: assaggiare e valutare da soli secondo i propri gusti mi sembra la scelta migliore.
Tagliare le patate magenta e condirle con il dressing ottenuto: aggiungere l’uvetta e la cipolla tagliata molto finemente. Finire con l’erba cipollina.

In Turchia, viaggiando soprattutto in inverno, un termine che risuona in tutto i locali, ristoranti e “quasi” ristoranti, (insomma..ovunque si mangi) è la parola “çorba”: rincuorante e riscaldante dalle fredde giornate “çorba” è un termine per indicare una zuppa (ma direi quasi vellutata) di legumi leggermente aromatizzata e immancabilmente servita con del succo di limone. Un piatto semplicissimo ma che nasconde la bellezza e la perfezione della semplicità!

I legumi che vengono solitamente usati per la çorba sono lenticchie rosse o meglio ancora lenticchie gialle spezzate: in generale questo piatto viene preparato con anche i ceci. Vengono aggiunti (come per una buona zuppa della tradizione che si rispetti), cipolla, sedano, pomodoro. Le spezie sono abbastanza facoltative, ma la mia scelta è andata su un mix di paprika dolce, curcuma e coriandolo. Servita con succo di limone senza esitazione. Nella mia variante (ribattezzata appunto Vellutata Istanbul) oltre alle spezie adoro aggiungere un cucchiaino di olio evo con una miscela za’atar (puramente facoltativo ma estremamente gradevole).

vellutata_istanbul

Ingredienti 

200 g di lenticchie rosse o gialle decorticate (si possono sostituire con i ceci ma i ceci andranno cotti in precedenza per i loro tempi di cottura più lunghi)
1 cipolla
1 pomodoro
1 carota
3 dita di sedano
1 spicchio di aglio (facoltativo)
1/2 cucchiaino di paprika
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di coriandolo
pepe q.b.
olio evo
sale integrale
1 limone
olio evo con za’atar
Procedimento
In un tegame versare un paio di cucchiai di olio evo, scaldare a fuoco basso e aggiungere le spezie. Aggiungere la cipolla tagliata a fettine, l’aglio, il sedano tritato, la carota e il pomodoro cubettato. Far cuocere pochi minuti e quindi aggiungere le lenticchie, far insaporire qualche minuto quindi aggiungere acqua (o meglio ancora brodo vegetale) a ricoprire almeno due dita sopra il livello. Far cuocere con il coperchio per circa 30 minuti quindi aggiustare di sale, eventualmente con altra acqua o brodo aggiustarne la consistenza. Frullare bene con un mixer ad immersione.
Servire con qualche cucchiaio di succo di limone ed eventualmente a piacere con olio evo con za’atar.

Ci sono dei piatti che sono nati per essere “social” a mio avviso.. Social è una “licenza” che mi concedo per indicare un piatto che unisce, accomuna, stringe insieme, rilassa… Tali per me sono molti piatti (o forse lo potrebbero essere tutti, dipende dall’attitudine con cui ci si rivolge ad essi), e il cous cous in particolare mi richiama immagini di ospiti che siedono attorno ad un tavolo e attingono dagli stessi piatti.. Questo credo che sia uno degli ingredienti magici per rendere un piatto unico e indimenticabile a chi lo prepara e a chi lo riceve.
In questo caso ho usato un cous cous che si trova in commercio (facilmente nei negozi bio) di riso e mais, quindi senza glutine: usare il termine “cous cous” per questo prodotto è quasi blasfemo poichè il cous cous originale viene fatto con molta pazienza e manualità “incocciando” la farina di semola con pochissima acqua fino ad ottenere i granellini che come li conosciamo.
Insaporito con spezie e erbe e arricchito da verdure e legumi questo piatto veloce diventa facilmente una gioia per il palato e per la vista…ed è molto più social di quanto si possa credere!

cous_cous_hummus

Ingredienti (per 4 persone)

250 g di cous cous di mais e riso (o tradizionale di frumento se non si soffre di intolleranze)

450 g circa di ceci già lessati

1 porro

1 carota

2 manciate di uvetta

olio evo

succo e scorza di limone

tahin

olio evo

1 spicchio di aglio

1 cucchiaino di curry dolce

1 cucchiaino raso di timo

origano

brodo vegetale q.b. (per le quantità precise verificare in base al tipo di cous cous utilizzato )

Procedimento

In una padella versare un paio di cucchiai di olio e aggiungere il cous cous facendolo tostare per alcuni minuti.
Mettere da parte il cous cous e nella padella far scaldare 2 cucchiai di olio evo aggiungendo le spezie, le scorze di limone e le erbette, quindi il porro tagliato a rondelline sottili. Far cuocere per alcuni minuti con coperchio quindi aggiungere le carote tagliate a fiammifero e quindi il cous cous e l’uvetta: amalgamare insieme e quindi aggiungere il brodo vegetale bollente. Chiudere con un coperchio e attendere alcuni minuti quindi sgranare con una forchetta e aggiungere successivamente circa 100 g di ceci: mettere da parte i restanti.

Frullare i ceci con 2 cucchiai di tahin, 1 spicchio di aglio, 2-3 cucchiai di succo di limone e poco brodo vegetale.

Servire insieme in un piatto unico il cous cous tiepido con la crema di ceci.

Le velluta sono una coccola serale (o anche diurna) quasi irrinunciabile in questo periodo: una vellutata di zucca diventa veramente speciale con l’aggiunta di qualche particolare… Sul tavolo della cucina possono prendere posto accanto alla zucca:
lo zenzero, con il suo potere riscaldante in inverno è fantastico;
il latte di cocco, alternativa esotica alla panna, dona una cremosa dolcezza;
scorza di limone o lemongrass e si dà anche un tocco frizzante alla velluta!

vellutata_zucca_cocco

Ingredienti per 4 tazze:

400 g zucca mantovana

80 ml latte di cocco + 20/40 per la decorazione

1 cm radice di zenzero

Scorza limone

1 foglie di alloro

1/2 cipolla bionda

per il brodo: 1 cipolla, 1 carota 1 gambo di sedano

sale e pepe q.b.

olio e.v.o. q.b.

Procedimento:

Preparare la crema tagliando in piccoli pezzi la zucca. Mettere in una pentola qualche cucchiaio di olio evo, cipolla, alloro, zenzero e scorze di limone (oppure lemon grass). Far cuocere insieme ad insaporire per alcuni minuti quindi aggiungere la zucca, lasciar insaporire ancora qualche minuto quindi aggiungere acqua (o meglio brodo vegetale) a coprire il tutto e lasciar cuocere fino a che la zucca si ammorbidisce. Aggiungere il cocco e frullare tutto insieme ottenendo una crema densa: aggiustare di sale e pepe.

“Imam bayildi” significa “l’imam è svenuto”: è una ricetta di origine turca, in realtà si ritrova anche nella cucina greca, cipriota e spesso nella cucina araba. La base sono sempre le melanzane, ben cotte e ripiene con cipolle, pomodoro, aglio, aromi e una gran quantità di olio di oliva. Infatti secondo una versione della leggenda l’imam sarebbe svenuto per la gran quantità di olio che la moglie usava per questo piatto (ciioè per tirchieria?)…secondo altre leggende svenne semplicemente per la bontà di questo piatto!
La ricetta è naturalmente vegan senza bisogno di varianti.
Le melanzane possono essere nella prima parte cotte sia al forno che fritte: sicuramente nel secondo caso il gusto ne guadagna in modo esponenziale ma personalmente preferisco sapori più delicati e in questa ricetta propongo una versione completamente al forno!
In originale vengono aggiunti anche i pinoli nel ripieno delle melanzane ma in questo caso optiamo per i pistacchi… Enjoy!
imam_bayildi
Ingredienti (per 4 persone)
2 melanzane preferibilmente allungate
una decina di pomodorini maturi
1 cipolla grande o 2 piccole
1 spicchio di aglio
1/2 cucchiaino di cannella
una decina di foglie di menta
una manciatina di foglie di prezzemolo
due cucchiai di pistacchi senza sale sbucciati
2 cucchiai di succo di limone
passata di pomodoro q.b.
olio evo, sale

Procedimento
Tagliare il picciolo dalle melanzane e tagliarle a metà, aggiungere un pò di sale sulla fetta tagliata e lasciarle a perdere l’acqua di vegetazione per almeno 40 minuti.
Passata il tempo di riposo delle melanzane strizzarle e infornarle a 180°C per 15 -20 minuti.
Togliere le melanzane dal forno e scavarle leggermente in modo da creare l’incavo per il ripieno: mettere da parte il cuore della melanzana che è stato scavato via.
In un tegame far scaldare l’olio evo e aggiungere l’aglio e la cipolla tritata e far appassire. Aggiungere quindi i pomodori tritati con un pizzico di sale e il cuore delle melanzane tritato. Continuare la cottura aggiungendo se necessario della passata di pomdoro (il risultato finale dovrebbe essere abbastanza rosso!) e far cuocere tutto insieme: a fine cottura aggiungere la cannella, il succo di limone, la menta e il prezzemolo tritato e i pistacchi.
Riempire le melanzane con delle abbondanti cucchiaiate di ripieno e cuocere in forno a 180°C per altri 10-15 minuti.

La cucina greca l’ho trovata sempre così familiare, calda e accogliente e quindi profondamente affine a me: è ricchissima di piatti vegetariani, che con qualche accorgimento ho riproposto in versione vegan e la spanakopita (letteralmente torta di spinaci) è una di questi. Tendenzialmente è una sorta di torta rustica a base di pasta fillo con ripieni di spinaci e formaggio feta (per essere essenziali nella descrizione).
La mia ricettà è presentata sottoforma di roll (ma può essere anche trasformata in torta) con spinaci e tofu adeguatamente marinato…
Ma credo che il segreto sia prepararla con l’azzurro del cielo e mare e il verde degli ulivi nel cuore!
spanakopita
Ingredienti
1 confezione di pasta fillo
200 – 250 g di spinacini freschi
200 g di tofu al naturale
1 cipollotto
una manciata di menta
una manciatina di foglie di prezzemolo
2-3 rametti di timo
scorza di limone
olio evo
sale
Ingredienti
Frullare il tofu in modo grossolano con il timo, la menta, prezzemolo e la scorzetta di limone, sale e olio evo e lasciare a insaporire il tutto insieme per qualche ora.
Tritare gli spinacini crudi, aggiungere un pizzico di sale e “massaggiarli” dentro uno scolapasta inmodo da ammorbidirli e far perdere acqua di vegetazione (strizzarli alla fine). In alternativa gli spinacini possono essere cotti in padella con poco olio in modo che perdano l’eccesso di acqua di vegetazione.
Unire gli spinacini al tofu e mescolare insieme: questo composto verrà usato come ripieno.
Per ottenere le spanakopite bisogna sovrappporre più strati di pasta fillo: suggerisco da 3 a circa 5 strati. Ogni strato va spennellato con olio evo e quindi  sovrapposto lo strato successivo, terminando sempre con una spennellata di olio. Usando il ripieno indicato si possono ottenere involtini, triangolini oppure preparare un unica torta.
La cottura è in forno a 170°C per circa 15 minuti.
Si consumano caldi, tiepidi o  freddi in base ai gusti: ottimi per un pic-nic fuori al mare!!! =)