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Ci sono momenti durante la preparazione del cibo che non vanno secondo i piani prestabiliti, perchè non trovi o dimentichi un ingrediente, hai dovuto pianificare al volo, devi creare piatti da ciò che è disponibile in frigo. Questi sono i momenti in cui devo essere flessibile, intraprendente, utilizzare la mia esperienza e usare il mio intuito…

Il proprio intuito va un pò risvegliato in alcuni casi, non tutti sono in contatto con esso, non tutti pensano di averlo quante volte si sente dire “io non ho intuito!”?… Non si tratta di averlo o non averlo, ma di seguirlo o non seguirlo: la sua voce è molto fievole, di solito non è una voce invadente e altisonante, ma sussura lievemente e quindi bisogna allenarsi ad ascoltarlo altrimenti si rischia di essere sordi alla sua vocina.

Le ricette? Utili come linee guida, ci mostrano la strada, possono essere ispiranti, e se considerate come un insegnamento ci danno molte più possibilità e ci liberano. Le ricette per chi comincia ad usare il suo intuito sono fatte per mostrare la strda, poi ci si arriva sulle proprie gambe, con i mezzi che abbiamo a disposizione e con i tempi che abbiamo.
Seguire una ricetta in maniera precisa ci serve a fare la “copia” del piatto di qualcun’altro, non a tirare fuori quello che invece e il nostro personale piatto.

Inoltre ricorda che siamo tutti cuochi: che non vuol dire che tutti siamo capaci a dirigere un ristorante o fare una crema catalana perfetta. Vuol dire che tutti siamo capaci di cucinare perchè nel nostro intimo tutti siamo in grado di nutrire noi stessi e le persone che amiamo, solo che molti non lo hanno mai saputo nè sperimentato. Come tutte le doti innate bisogna dargli spazio e coltivarle se vogliamo riappropriarcene, altrimenti continueremo a pensare di non esserne capaci! Ma ricorda che preparare cibo che sia di nutrimento e supporto per noi e per gli altri non ha nulla a che vedere con la performance e il cibo performante: oggi più che mai è necessario riappropriarci di questo concetto perchè stiamo confondendo il cibo che nutre il corpo con quello che appaga la mente e i suoi perfezionismi , gli occhi e le sue aspettative e le emozioni che sono sempre insaziabili.

Tu cosa ne pensi? Fammelo sapere nei commenti.


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Questa colazione mi ha reso molto felice per molte mattine, perchè non condividerla per rendere felice anche altri?

Il pancake è senza glutine, senza uova e senza latticini… E’ con il sapore ricco del grano saraceno, la dolcezza esotica della banana e il caldo aroma delle spezie.

Il grano saraceno non è un cereale dal punto di vista botanico, ma commercialmente è definito così per comodità, è senza glutine molto ricco di fibre e una sorta di “fluidificante” del sangue grazie alla presenza della “rutina” (che nome grazioso, vero?) che potrebbe limitare la capacità aggregante delle piastrine. Contiene amminoacidi come il triptofano e lisina e vitamine del gruppo B ottime per il sistema nervoso. E’ un cereale che “energeticamente” ci rende abbastanza stabili.

La banana è un ottimo modo per dolcificare l’impasto senza usare dolcificanti e nel contempo dà corpo. Le spezie non hanno bisogno di presentazioni!

Naturalmente come farcire il pancake è estremamente importante!! Ecco i miei consigli

  • usa un burro vegetale a scelta, burro di arachidi, nocciole, mandorle, tahin.. sono ricchi di grassi sani, rendolo goloso il tuo pancake e più nutriente “vestendolo” e impedendo agli zuccheri di essere assimilati in fretta per cui si puoi impedire picchi di glicemia (naturalmente sono grassi sani e non acqua…non esagerare!)
  • Frutta fresca di stagione, quella che preferisci, ma i frutti di bosco e rossi sono sicuramente i miei preferiti, sono estremamente ricchi in antiossidanti, meno in zuccheri semplici
  • Spezie, cacao nibs, semi tostati, erbe fresche sono extrabonus che mi rendono ogni boccone diverso..se amate fravi sorprendere e non annoiarvi
  • EXTRA: se proprio avete bisogno di un extra-boost di dolce allora un cucchiaio di sciroppo di acero oppure concetrato di dattero o altro dolcificante a scelta…Ma non esagerare, vedrai che non ce ne sarà bisogno!

Adesso andiamo di corsa alla ricetta!

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Grazie
Jyoti

Ingredienti (per 2 persone)

100 g di farina di grano saraceno

1 banana matura

1/2 cucchiaino di cannella

noce moscata q.b.

70 – 90 g di latte vegetale o acqua

olio evo o di cocco per la padella

Procedimento

Schiaccia la banana con una forchetta in una terrina, aggiungi la cannella e la noce moscata, la farina e quindi il liquido scelto fino ad ottenere la consistenza di una crema corposa. Ci potranno essere dei pezzettoni di banana, no problem saranno gradevoli comunque!

Scalda una padella e versa un cucchiaino scarso di olio e quando caldo aggiungi metà del composto (se vuoi fare dei pancake grandi come in foto!) e fai cuocere prima da un lato e poi dall’altro. Metti da parte e cuoci il resto della pastella.

Farcisci i pancake a piacere secondo le indicazioni che ho dato sopra e enjoy!

Jyoti’s tip

Puoi preparare il composto la sera e conservarlo in frigorifero in modo da averlo già pronto da cuocere la mattina successiva.

Non leggere la ricetta…preparala!


ENGLISH VERSION

This breakfast has made me very happy for many mornings, why not share it to make others happy too?

The pancake is gluten-free, egg-free and dairy-free… It is with the rich flavor of buckwheat, the exotic sweetness of banana and the warm aroma of spices.

Buckwheat is not a cereal from a botanical point of view, but commercially it is defined as such for convenience, it is gluten-free, very rich in fiber and a sort of “thinner” of the blood thanks to the presence of “rutin” (what a pretty name, true ?) which could limit the aggregation capacity of platelets. Contains amino acids such as tryptophan and lysine and B vitamins which are excellent for the nervous system. It is a cereal that “energetically” makes us quite stable.

Banana is a great way to sweeten the dough without using sweeteners and at the same time give body. Spices need no introduction!

Of course how to stuff the pancake is extremely important!! Here are my recommendations

  • use a vegetable butter of your choice, peanut butter, hazelnuts, almonds, tahini.. they are rich in healthy fats, making your pancakes greedy and more nutritious by “dressing” it and preventing sugars from being assimilated quickly so you can prevent peaks blood sugar (of course they are healthy fats and not water…don’t overdo it!)
  • Fresh seasonal fruit, the one you prefer, but berries and red fruits are definitely my favorites, they are extremely rich in antioxidants, less in simple sugars
  • Spices, cocoa nibs, toasted seeds, fresh herbs are extra bonuses that make every bite different.. if you love fravi surprise and not get bored
  • EXTRA: if you really need an extra sweet boost then a spoonful of maple syrup or date concentrate or other sweetener of your choice… But don’t overdo it, you’ll see that there won’t be any need!

Now go straight to the recipe!

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Ingredients

100 g of buckwheat flour

1 ripe banana

1/2 teaspoon cinnamon

nutmeg to taste

70 – 90 g of vegetable milk or water

extra virgin olive oil or coconut oil for the pan

Method

Mash the banana with a fork in a bowl, add the cinnamon and nutmeg, the flour and then the chosen liquid until you get the consistency of a full-bodied cream. There may be some chunks of banana, no problem they will be pleasant anyway!

Heat a pan and pour a scant teaspoon of oil and when hot add half of the compound (if you want to make pancakes as big as in the picture! ) and cook first on one side and then on the other. Set aside and cook the rest of the batter.

Stuff the pancakes as you like according to the directions I gave above and enjoy!

Jyoti’s tip

You can prepare the mixture in the evening and store it in the refrigerator so that it is ready to cook the next morning.

Don’t read the recipe… prepare it!

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Immagina di essere in viaggio o vacanza, avere a disposizione cucina piccola con scarsa attrezzatura ed avere voglia di preparare una torta con la frutta fresca che hai raccolto durante una passeggiata da un albero solitario che offriva generosamente i sui frutti… Ecco in questo caso le gallette sono perfette! Le galette (dal francese) sono delle crostate poco sofisticate, con impasto che ricorda più la briseè e che vengono riempite solitamente con la frutta disponibile. Sono dolci rustici, semplici senza grosse pretese ma che come tutto ciò che è semplice da grandi soddisfazioni.

Come tutti i dolci semplici gli ingredienti sono fondamentali, pochi e scelti bene. Per l’impasto io ho usato:

  • farina di farro monococco che ha delle note aromatiche inconfondibili
  • mandorle per impreziosire l’impasto
  • olio di oliva spremuto a freddo che non subisce nessuna alterazione ad alte temperature
  • zucchero di canna grezzo con il suo aroma caramellato

Per la farcitura ho usato delle piccole albicocche appena raccolte e ho aggiunto del cioccolato fondente al 70% (che sapevo avrebbe fatto contenti gli avventori!).

Steso l’impasto con un bicchiere (considerate sempre la cucina un pò sguarnita) e infornato direttamente su una teglia la gallette è stata preparata e sfornata veramente in pochissimo tempo!

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Ingredienti

150 g di farina di farro monococco integrale

40 g di mandorle macinate finemente a farina

40 g di zucchero di canna

50-60 g di acqua fredda

35 g di olio di oliva

1/3 di cucchiaino di bicarbonato

pizzico di sale

Farcitura

300 g di albicocche

1-2 cucchiai di zucchero

30 g di cioccolato fondente tagliato a cubetti

Procedimento

In una terrina mescola la farina con la farina di mandorle, sale, bicarbonato, zucchero. Aggiungi l’acqua e l’olio emulsionati insieme ed usali per impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo da lasciare riposare circa 30 minuti.

Pulisci intanto le albicocche e tagliale a metà e aggiungi lo zucchero.

Stendi l’impasto su un foglio di carta forno fino ad ottenere un disco di circa 3 di diametro e distribuisci il cioccolato fondente e le albiccocche sopra avendo cura di lasciare 2-3 cm di bordo liberi. Ripiega il bordo tutt’intorno e inforna la torta direttamente disponendola su una teglia con la carta forno. Cuoci in forno statico alla temperatura di 180°C per circa 25 minuti. Servila preferibilmente fredda, magari accompagnata con una pallina di gelato se usata come dessert estivo, oppure così al naturale perfetta per la colazione.

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Grazie
Jyoti

Imagine being on a trip or on vacation, having a small kitchen available with little equipment and wanting to prepare a cake with the fresh fruit you picked during a walk from a solitary tree that generously offered its fruits… Here in this case the gallette are perfect! The gallette (from the French) are unsophisticated tarts, with a dough that is more reminiscent of brisee and which are usually filled with the available fruit. They are rustic sweets, simple without big pretensions but which, like all that is simple, give great satisfaction.

Like all simple desserts, the ingredients are essential, few and well chosen. For the dough I used:

  • einkorn flour which has unmistakable aromatic notes
  • almonds to embellish the dough
  • cold-pressed olive oil that does not undergo any alteration at high temperatures
  • raw cane sugar with its caramelised aroma

For the filling I used small freshly picked apricots and added 70% dark chocolate (which I knew would make the patrons happy!).

Spread the dough with a glass (always consider the kitchen a little unfurnished) and baked directly on a pan, the biscuits were prepared and baked in a very short time!

Ingredients

150 g of wholemeal einkorn spelled flour

40 g of finely ground almonds into flour

40 g of brown sugar

50-60 g of cold water

35 g of olive oil

1/3 teaspoon baking soda

pinch of salt

Stuffing

300 g of apricots

1-2 tablespoons of sugar

30 g of dark chocolate cut into cubes

Method

In a bowl mix the flour with the almond flour, salt, bicarbonate, sugar. Add the water and oil emulsified together and use them to knead until a homogeneous dough is obtained. Leave to rest for about 30 minutes.

Meanwhile clean the apricots and cut them in half and add the sugar.

Roll out the dough on a sheet of parchment paper to obtain a disc of about 3 in diameter and distribute the dark chocolate and apricots on top, taking care to leave a 2-3 cm edge free. Fold the edge all around and bake the cake directly by placing it on a baking tray with parchment paper. Bake in a static oven at a temperature of 180°C for about 25 minutes. Serve it preferably cold, perhaps accompanied with a scoop of ice cream if used as a summer dessert, or au naturel, perfect for breakfast.

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Le patate novelle sono una mia passione. Passo tutto l’anno a snobbare le patate e poi da maggio in poi vado a caccia di patate novelle e le uso in diversi modi. Preferisco le patate novelle non solo per il sapore ma anche perchè hanno una buccia molto sottile quindi non è necessario sbucciarle (naturalmente mi riferisco sempre a prodotti biologici!) e da un punto di vista nutrizionale le patate novelle hanno un minor quantitativo di carboidrati semplici (tradotto significa che hanno un indice glicemico leggermente più basso delle patate stagionate).

Non aver paura che le patate novelle siano solo un inutile carico di carboidrati, finalizzato esclusivamente al piacere delle tue papille gustative e null’altro. Le patate novelle hanno un maggior quantitativo di acqua rispetto alle patate e visto che possiamo tenerne la buccia in cottura riusciamo a disperdere meno i nutrienti. Per evitare sovraccarichi ai pasti è bene usare le patate novelle invece dei cereali o del pane o pasta e soprattutto usarle con moltissima verdura, grassi sani e magari anche dei legumi per creare un piatto completo e che così facendo non creerà variazioni importanti di glicemia nel sangue.

Come nel mio pranzo di oggi, io le ho usate con insalata mista, avocado e qualche lampone.

Come si preparano le patate novelle croccanti?

E’ un modo molto semplice con cui si ottiene un piatto super goloso, perfetto per tutti dai piccini agli adulti, l’unico vincolo che avrai è la stagione, perchè le patate novelle si trovano per un periodo piuttosto breve in Italia, solitamente da Maggio a Giugno.

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Grazie
Jyoti

COME PREPARARE LE PATATE NOVELLE CROCCANTI

Ingredienti

Patate novelle

Olio evo, sale, pepe nero

erbe aromatiche a piacere

Procedimento

Lava le patate novelle e falle cuocere intere con la buccia in acqua bollente salata: i tempi di cottura possono variare dai 10 ai 20 minuti in base alle dimensioni delle patate. Sono pronte quando la forchetta riesce a bucarle senza sforzo.

Disponi su una teglia la carta forno, poco olio evo e distribuisci sopra le patate intere. Con il fondo di un bicchiere o con un batticarne o un altro oggetto che possa svolgera una funzione simile schiaccia tutte le patate in modo che si “spiaccichino” sulla teglia: non sono richieste forme particolari, tonde o altro, irregolari vanno benissimo!

A questo punto spennella le patate con olio evo, aggiungi sale e erbe aromatiche a piacere e cuoci in forno a 220°C per circa 15 minuti o fino a quando le patate non saranno croccanti e la buccia croccante. Aggiungi pepe e accompagnale con tante verdure a piacere.

Un consiglio: preparane tante perchè finiranno in fretta!

ENGLISH VERSION

New potatoes are a passion of mine. I spend the whole year snubbing potatoes and then from May onwards I hunt for new potatoes and use them in different ways. I prefer new potatoes not only for the taste but also because they have a very thin skin so it is not necessary to peel them (of course I always refer to organic products!) and from a nutritional point of view new potatoes have a lower quantity of simple carbohydrates ( translated means they have a slightly lower glycemic index than seasoned potatoes).

Don’t be afraid that new potatoes are just an unnecessary load of carbohydrates, aimed solely at pleasing your taste buds and nothing else. New potatoes have a greater quantity of water than potatoes and since we can keep the peel during cooking we are able to disperse the nutrients less. To avoid overloads at meals it is good to use new potatoes instead of cereals or bread or pasta and above all to use them with lots of vegetables, healthy fats and perhaps even legumes to create a complete dish and which in doing so will not create important variations in blood sugar .

As in my lunch today, I used them with a mixed salad, avocado and some raspberries.

How to prepare crispy new potatoes?

It is a very simple way to obtain a super delicious dish, perfect for everyone from children to adults, the only constraint you will have is the season, because new potatoes are found for a rather short period in Italy, usually from May in June.

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Thank you
Jyoti

HOW TO PREPARE CRISPY NEW POTATOES

Ingredients

New potatoes

Evo oil, salt, black pepper

herbs to taste

Method

Wash the new potatoes and cook them whole in their skins in boiling salted water: cooking times can vary from 10 to 20 minutes depending on the size of the potatoes. They are ready when the fork manages to pierce them effortlessly.

Arrange the parchment paper, a little extra virgin olive oil on a baking sheet and distribute the whole potatoes on top. With the bottom of a glass or with a meat tenderizer or another object that can perform a similar function, mash all the potatoes so that they “squash” on the pan: no particular shapes are required, round or otherwise, irregular ones are fine!

At this point, brush the potatoes with extra virgin olive oil, add salt and aromatic herbs to taste and cook in the oven at 220°C for about 15 minutes or until the potatoes are crunchy and the skin crunchy. Add pepper and accompany them with as many vegetables as you like.

A tip: prepare many because they will run out quickly!!!

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Sempre più spesso ascolto persone che vengono dicendomi:

“Mangerei l’avocado, ma chissà quante calorie..”

“I datteri mi piacciono ma sono una bomba calorica!”

“Le noci lo so che fanno bene ma hanno troppe calorie purtroppo, quante ne posso mangiare?”

Sicuramente uno dei modi universalmente conosciuto per definire il cibo e quantizzarlo sono le calorie. Ma che cos’è una caloria? La caloria non è altro che un UNITA’ di MISURA usata in fisica (nella termodinamica per essere precisi) così definita: “La quantità di calore necessaria a portare 1 g di acqua distillata dalla temperatura di 14,4°C a 15,5°C alla normale pressione atmosferica”. Visto che il corpo risponde anche alle leggi della termodinamica allora si decise di usarla anche in campo medico e quindi per l’alimentazione: partendo dal glucosio, da lì in poi si cominciò a misura l’energia prodotta anche da qualsiasi alimento. Questo metodo venne sviluppato nel 1880… tanto rispetto per il lavoro che venne fatto all’epoca, ma da allora abbiamo capito molte cose sul nostro corpo, prima fra tutte che non può essere paragonato nel suo funzionamento ad un dispositivo di metallo con serpentine, termometro e simili

Il calorimetro è un sistema che si occupa della fisica dell’alimento. Il cibo invece interferisce sul nostro corpo a livello metabolico coinvolgendo la fisica, la chimica e la biochimica. Inoltre sappiamo che il cibo ci suscita emozioni e quindi ci condiziona a livello psicologico. La medicina orientale invece ci insegna che il cibo ci condiziona dal punto di vista energetico.

Insomma, le calorie sono solo una delle tante sfaccettature le cibo, e sicuramente non la più importante.

Perchè le calorie sono così usate?

Le calorie sono nate da una visione molto semplificata del corpo: l’organismo ha bisogno di energia per funzionare, di conseguenza se gliela diamo lui funziona! Fine della storia! Si chiama visione meccanicistica. Considerato il complesso e sofisticato organismo che è l’essere umano, si poteva considerare un gran sollievo aver trovato il modo per dare delle indicazioni assolute, con risultati sempre uguali e che potevano essere standarizzate e applicate a tutti così facilmente. Un metodo infallibile con cui si poteva asserire di poter controllare e determinare alcuni effetti che gli alimenti avevano su di noi.

Quando nel 1880 cominciò ad essere applicato poteva essere un grosso passo avanti ma oggi (140 anni dopo) possiamo asserire con certezza che è un metodo solo parziale , che ha fatto e continua a fare dei danni se usato in maniera così arbistraria e disconnessa dal contesto. Ma soprattutto sappiamo che il nostro metabolismo non risponde solo alle calorie di un cibo, tutt’altro!

Perchè pensare solo in termini di calorie è inutile?

Per avere le stesse calorie di merendina (per es. quelle che mangi quando non ci vedi più dalla fame) mediamente devi mangiare 25-30 di mandorle, oppure di una bowl di insalata mista, con noci e condita con olio evo, o ancora una fetta di pane integrale (magari da 40 g circa) con 1/2 cucchiaio di burro di arachidi e qualche fragola…

Le calorie sono più o meno uguali ma il valore qualitativo e l’influenza che avrà sul nostro corpo sarà completamente diverso.

Da una parte abbiamo un prodotto raffinato, processato, ricco di grassi e zuccheri, senza vitamine, minerali, fibre, fitonutrienti. Dall’altra abbiamo un cibo semplice, dagli ingredienti riconoscibili e tracciabili, con fibre, minerali e secondo la tipologia scelta grassi piuttosto che proteine, zuccheri della frutta, vitamine, minerali..

E quindi?

Il nostro organismo non è un cilindro di metallo che brucia cibo ma un sistema complesso fatto di organi, tessuti, cellule, enzimi, ormoni, batteri, virus, sistema nervoso e mille altre realtà interconnesse fra di loro e interagisco. Un complesso influenzabile non solo da ciò che entra (sottoforma di cibo, acqua, aria..) ma anche da ciò che lo circonda: ambiente, persone, stagioni, luce, condizioni climatiche…

L’alimentazione deve essere basata più sul concetto di nutrizione e quindi di nutrienti che devono arrivare al nostro corpo attraverso il cibo. Ma è anche innegabile che il cibo oggi trasmette e fa da tramite le emozioni e ha un effetto sulla nostra psiche e sui nostri pensieri.
La macrobiotica invece ci insegna che il cibo ha un effetto in termini di energia vitale e la sua natura ha un impatto sul nostro sistema energetico e psicosomatico.

Bisogna avere tanto amore, curiosità e pazienza quando si sceglie un cibo, lo si prepara e lo si mangia perchè andrà ad interagire con un meraviglioso contenitore della vita e non con un calorimetro.

Se ti ritrovi spesso alla disperata ricerca di una dieta che “funzioni” anche per te, che dia al tuo corpo la forma desiderata, oppure davanti alla sensazione di non poter star bene senza pensare a cosa mangiare subito dopo e senti che la tua relazione con il cibo non è in equilibrio dal 20 al 23 Luglio si terrà il workshop residenziale “Fai pace con il cibo“. Si tratta di un seminario per ritrovare uno spazio interiore di equilibrio, tra il sano e il buono, tra il “mi fa bene” e il “non posso resistere”, tra il contare le calorie in modo maniacale e ingurgitare riempendosi di cibo e sensi di colpa. Un lavoro di tipo psicoemotivo integrato dalla comprensione dei meccanismi fisiologici ed energetici dell’alimentazione in modo da avere gli strumenti per ricominciare a nutrirti con amore.


More and more often I hear people who come and tell me:

“I would eat avocado, but who knows how many calories..”

“I like dates but they are a calorie bomb!”

“I know walnuts are good for you but unfortunately they have too many calories, how many can I eat?”

Certainly one of the universally known ways to define food and quantify it are calories. But what is a calorie? The calorie is nothing more than a UNIT of MEASURE used in physics (in thermodynamics to be precise) defined as follows: “The amount of heat necessary to bring 1 g of distilled water from the temperature of 14.4°C to 15.5° C at normal atmospheric pressure”. Since the body also responds to the laws of thermodynamics, it was decided to use it also in the medical field and therefore for food: starting from glucose, from then on the energy produced by any food began to be measured. This method was developed in 1880… much respect for the work that was done at the time, but since then we have understood many things about our body, first of all that it cannot be compared in its functioning to a metal device with coils , thermometer…

The calorimeter is a system that deals with the physics of food. Food, on the other hand, interferes with our body on a metabolic level involving physics, chemistry and biochemistry. We also know that food arouses emotions in us and therefore conditions us on a psychological level. Oriental medicine, on the other hand, teaches us that food affects us from an energy point of view.

In short, calories are just one of the many facets of food, and certainly not the most important.

Why are calories so used?

Calories were born from a very simplified view of the body: the body needs energy to function, consequently if we give it to it it works! End of the story! It’s called mechanistic vision. Considering the complex and sophisticated organism that is the human being, it could be considered a great relief to have found the way to give absolute indications, with always the same results and which could be standardized and applied to everyone so easily. An infallible method by which one could claim to be able to control and determine some effects that food had on us.

When it began to be applied in 1880 it could have been a big step forward but today (140 years later) we can say with certainty that it is only a partial method, which has done and continues to do damage if used in such an arbitrary and disconnected way from the context . But above all we know that our metabolism doesn’t just respond to the calories of a food, far from it!

Why is thinking only in terms of calories useless?

To have the same calories as a snack on average you have to eat 25-30 of almonds, or a bowl of mixed salad, with walnuts and dressed with extra virgin olive oil, or even a slice of wholemeal bread (perhaps about 40 g) with 1/2 tablespoon of peanut butter and a few strawberries…

The calories are more or less the same but the qualitative value and the influence it will have on our body will be completely different. On the one hand we have a refined, processed product, rich in fats and sugars, without vitamins, minerals, fibers or phytonutrients. On the other hand, we have simple food, with recognizable and traceable ingredients, with fibres, minerals and, depending on the type chosen, fats rather than proteins, fruit sugars, vitamins, minerals..

So what?

Our body is not a metal cylinder that burns food but a complex system made up of organs, tissues, cells, enzymes, hormones, bacteria, viruses, the nervous system and a thousand other interconnected and interacting realities. A complex that can be influenced not only by what enters it (in the form of food, water, air…) but also by what surrounds it: environment, people, seasons, light, climatic conditions…

Nutrition must be based more on the concept of nutrition and therefore of nutrients that must reach our body through food. But it is also undeniable that food today transmits and acts through emotions and has an effect on our psyche and our thoughts.
Macrobiotics, on the other hand, teaches us that food has an effect in terms of vital energy and its nature has an impact on our energy and psychosomatic system.

You need to have a lot of love, curiosity and patience when choosing a food, preparing it and eating it because it will interact with a wonderful container of life and not with a calorimeter.

If you often find yourself desperately looking for a diet that “works” for you too, that gives your body the desired shape, or faced with the feeling of not being able to feel good without thinking about what to eat immediately afterwards and you feel that your relationship with food is not in balance from 20 to 23 July the residential workshop “Make peace with food” will be held. It is a seminar to rediscover an inner space of balance, between the healthy and the good, between the “it’s good for me” and the “I can’t resist”, between counting calories obsessively and gulping down filling up with food and senses of guilt. A psycho-emotional work integrated by an understanding of the physiological and energetic mechanisms of nutrition in order to have the tools to start feeding yourself again with love.

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Ho subito sposato il nome “mosaico di cioccolato” per questo dolce per due motivi:

  • contiene pezzetti di biscotti di vario genere frantumati, proprio come i pezzi di un mosaico
  • anche se l’ispirazione era il salame di cioccolato ma gli ingredienti completamente diversi, chiamandolo così non si potrà incappare nel cinico e precisino commentatore di turno che esordisce “ma non puoi chiamarlo salame di cioccolato perchè manca questo, questo e quest’altro..” Amen!

Si tratta di un dolce perfetto per questa stagione in cui potremmo farci anche una ragione del fatto che si comincino a preparare meno dolci da forno e più dolci freddi (ecco diciamo che tutti potranno farsene una ragione ma non io!!!).
E’ semplice e di sicura riuscita e i ceci lo rendono molto più facilmente gestibile dal punto di vista nutrizionale, ricurdendone l’impatto sulla glicemia.

Si esatto i ceci sono l’ingredienti principe di questo dolce, che lo rendono più equilibrato rispetto a dei suoi analoghi per l’alto contenuto di proteine e fibre dei legumi. Insomma lo potremmo definire un mosaico di cioccolato “proteico” (termine che fa tanto “cool” in questo periodo!)

Ho usato i ceci in questo dolce per dare massa senza dover aumentare troppo i grassi (una sorta di sostituto del tradizionale burro del salame di cioccolato ma più “healthy”): il risultato è decisamente interessante e golosissimo!!!

Consigli

Usa dei biscotti di buona qualità: non si tratta di riempire alla meno peggio ma di dare ancora più gusto. Io avevo a disposizione biscotti di vario genere e mescolarli ha dato come risultato un mosaico per nulla monotono perchè ogni morso aveva delle sfumature diverse.

Io ho usato il cioccolato fondente al 70%, perchè non amo l’eccesso di dolce: se ti consideri a sweet tooth allora magari passa ad un cioccolato al 60% prima di aggiungere altro dolcificante.

La crema di nocciole potrebbe essere sostituita da una crema di mandorle o del burro di arachidi, questione di gusti.

Andiamo alla ricetta e buon divertimento: divertirsi mentre si cucina alleggerisce il cuore e rende tutto più buono … e se proprio avete sbagliato qualcosa se sei felice troverai una soluzione per il tuo errore (o scoprirai più facilmente la lezione/risorsa!). EnjoY

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Ingredienti

200 g di cioccolato fondente al 70%

140 g di ceci cotti

120 g di biscotti vegan

30 g di crema di nocciole 100%

20 g di sciroppo di acero

½ cucchiaino di caffè in polvere (facoltativo)

Pizzico di sale

Procedimento

Rompi i biscotti in pezzettini grossolani. Sciogli il cioccolato fondente a bagnomaria. Frulla i ceci fino a ridurli ad una pasta omogenea e aggiungi la pasta di nocciole e lo sciroppo di acero, frulla ancora sempre a rendere il tutto omogeno quindi aggiungi il cioccolato fondente fuso e il caffè in polvere se usato. All’impasto ottenuto aggiungi i biscotti sbriciolati, amalgama e distribuisci in uno stampo oppure forma un cilindro aiutandoti con la carta forno. Fai riposare in frigorifero per almeno un paio di ore prima di poterlo tagliare a fette.

ENGLISH VERSION

I immediately loved the name “chocolate mosaic” for this cake for two reasons:

it contains bits of crushed biscuits of various kinds, just like the pieces of a mosaic

even if the inspiration was the chocolate salami but the ingredients are completely different, calling it that you won’t be able to run into the cynical and precise commentator on duty who begins “but you can’t call it chocolate salami because this, this and that is missing .. “Amen!

It is a perfect dessert for this season in which we could also accept the fact that we begin to prepare less baked desserts and more cold desserts (let’s say that everyone can accept it but not me!!!).
It’s simple and sure to succeed and chickpeas make it much easier to manage from a nutritional point of view, reducing its impact on blood sugar.

Yes, exactly, chickpeas are the main ingredients of this dessert, which make it more balanced than its analogues due to the high protein and fiber content of legumes. In short, we could define it as a “protein” chocolate mosaic (a term that is so “cool” these days!)

I used chickpeas in this dessert to add mass without having to increase the fat too much (a sort of substitute for the traditional chocolate salami butter but more “healthy”): the result is definitly interesting and good.

Tips

Use good quality biscuits: it’s not a question of filling as best as possible but of giving even more flavor. I had biscuits of various kinds available and mixing them resulted in a mosaic that was by no means monotonous because each bite had different nuances.

I used 70% dark chocolate, because I don’t like excess sweetness: if you consider yourself a sweet tooth then maybe switch to 60% chocolate before adding more sweetener.

The hazelnut butter could be replaced by an almond butter or peanut butter, a matter of taste.

Let’s go to the recipe and have fun: having fun while cooking lightens the heart and makes everything tastier … and if you really did something wrong, if you’re happy you’ll find a solution for your mistake (or you’ll discover the lesson/resource more easily!). Enjoy

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Ingredients

200 g 70% dark chocolate

140 g cooked chickpeas

120 g vegan biscuits

30 g 100% hazelnut cream

20 g maple syrup

½ teaspoon ground coffee (optional)

Pinch of salt

Method

Break the biscuits into coarse pieces.

Melt the dark chocolate.

Blend the chickpeas until they are reduced to a homogeneous paste and add the hazelnut paste and the maple syrup, blend again to make everything homogeneous then add the melted dark chocolate and the coffee powder if using.

To the dough obtained add the crumbled biscuits, amalgamate and distribute in a mold or form a cylinder helping you with the oven paper. Let it rest in the refrigerator for at least a couple of hours before you can cut it into slices.

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E’ da molto tempo che non riesco a dedicarmi al blog, un pò gli impegni che mi portano da altre parti un pò perchè quando penso a scrivere sul blog mi viene subito in mente il mio web master che mi ricorda che devo scrivere tenendo conto della SEO. Mi vengono i brividi quando questo accade e quindi riabbasso subito lo schermo del mio portatile e passo al successivo punto della to do list!
Quando iniziai a scrivere il mio blog l’obiettivo era la condivisione delle mie scoperte in cucina (e un pò nella vita!) ed è e rimane la cosa più divertente e il motivo per continuare a tenere un blog.

Quindi oggi ho deciso di non dare ascolto a quella vocina che parla di “targettizzazione topic” e “long tail keyword” ma a quella che vi racconterà della zuppa marocchina e di quanto sia confortante.
Questa ricetta ha una lunga lista di ingredienti, ma una buona parte sono spezie che danno alla zuppa le sue note particolari.
L’ho preparata l’ultima volta in occasione di uno show-cooking in provincia di Brescia, ospite della bottega di Andrea, un negozio di alimenti biologici molto grazioso e molto curato grazie al lavoro dei due giovani proprietari che credono profondamente nel progetto come mezzo per divulgare anche più consapevolezza alimentare e ambientale.

Questo tipo di zuppa è molto usata in inverno in Marocco e viene anche considerata una sorta di depurante del corpo (le lenticchie come tutti i legumi sono diuretiche). Il coriandolo è stato riconosciuto utili ai fini dei problemi intestinali: cattiva digestione, crampi intestinali, stipsi, gas intestinali. Inoltre sia nella medicina ayurvedica che nella medicina tradizionale del Medioriente viene utilizzato per le proprietà distensive e calmanti.

E’ una zuppa molto semplice e soprattutto è one-pot, cioè tutto in una pentola, quindi non sporcherai molto!

A proposito di legumi, lo sai che il 20 Marzo c’è un corso dedicato esclusivamente ai legumi in tutte le loro forme?!? Vai alle info QUI

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Ingredienti

  • 450 g circa di batata
  • 270 g circa di lenticchie verdi
  • 2 carote, 2 cipolle, 1 gambo abbondante di sedano
  • 4-5 spicchi di aglio
  • 1+ ½ cucchiaino di coriandolo, 1 cucchiaino di cumino, ½ cucchiaino di cannella,
  • ½ cucchiaino di curcuma, ½ cucchiaino di paprika affumicata (facoltativo)
  • 1 cucchiaino di curry dolce o poco più (per aggiustare il gusto), Noce moscata q.b.
  • 200 g circa di spinaci
  • Olio evo, sale, limone per servire

    Procedimento

    Lava le lenticchie bene e preferibilmente lasciale in ammollo prima dell’uso.

    Taglia le cipolle, carote, sedano, batata, peperone e l’aglio.

    Versa in una pentola a fondo pesante l’olio, quindi la cipolla con sedano, carote e le spezie ad eccezione della paprica affumicata e noce moscata. Fai insaporire quindi aggiungi le batate e le lenticchie. Ricopri con acqua bollente fino a ricoprire e aggiungi la noce moscata e se lo gradisci la paprika affumicata. Fai cuocere lentamente per circa 50 minuti. Aggiungi il sale aggiungi gli spinaci lavati e spezzettali e fai cuocere ancora 3 minuti.

    Servi con poco succo di limone.

    Moroccan soup

    ENGLISH VERSION

    It’s been a long time since I’ve been able to devote myself to blogging, partly due to commitments that take me elsewhere partly because when I think of writing on the blog my web master immediately comes to mind who reminds me that I have to write taking into account the SEO. I get chills when this happens and so I immediately lower the screen of my laptop and move on to the next item on the to do list!
    When I started writing my blog, the goal was to share my discoveries in the kitchen (and a little bit in life!) and it is and remains the funniest thing and the reason to keep blogging.

    So today I decided not to listen to that little voice that talks about “topic targeting” and “long tail keyword” but to the one that will tell you about Moroccan soup and how comforting it is.
    This recipe has a long list of ingredients, but a good portion are spices that give the soup its distinctive notes.
    I prepared it for the last time on the occasion of a show-cooking in the province of Brescia, as a guest of Andrea’s workshop, a very nice and well-kept organic food store thanks to the work of the two young owners who deeply believe in the project as a means to spread even more food and environmental awareness.

    This type of soup is widely used in winter in Morocco and is also considered a sort of body purifier (lentils, like all legumes, are diuretics). Coriander has been recognized as useful for intestinal problems: bad digestion, intestinal cramps, constipation, intestinal gas. Furthermore, it is used both in Ayurvedic medicine and in traditional Middle Eastern medicine for its relaxing and calming properties.

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    Ingredients

    450 g of sweet potato

    270 g of green lentils

    2 carrots, 2 onions, 1 large stalk of celery

    4-5 cloves of garlic

    1+ ½ teaspoon coriander, 1 teaspoon cumin, ½ teaspoon cinnamon,

    ½ teaspoon turmeric, ½ teaspoon smoked paprika (optional)

    1 teaspoon of sweet curry or a little more (to adjust the taste), nutmeg to taste

    About 200 g of spinach

    Evo oil, salt, lemon to serve

    Method

    Wash the lentils well and preferably let them soak before use.

    Cut the onions, carrots, celery, sweet potato, bell pepper and garlic.

    Pour the oil into a heavy-bottomed saucepan, then the onion with celery, carrots and spices except for the smoked paprika and nutmeg. Season then add the sweet potatoes and lentils. Cover with boiling water until covered and add the nutmeg and, if you like, the smoked paprika. Cook slowly for about 50 minutes. Add the salt, add the washed and chopped spinach and cook for another 3 minutes.

    Serve with a little lemon juice.

    Confesso: sono molto poco organizzata ultimamente, molto poco “social” e molto poco ferrata sulla comunicazione nell’era dei tik-tok, quindi procederò alla vecchia maniera, lancio la mia bottiglia con messaggio nell’oceano…Vi inserisco anche qui un estratto del calendario corsi a cui ho pensato fino a dicembre 2022.
    Gli ultimi due anni mi hanno un pò fatto perdere di vista la programmazione a lungo termine, quindi è stato a dir poco complicato riuscire a stilare un calendario che andasse oltre i due mesi..

    L’unica cosa a cui ho pensato mettendo in programma il nuovo calendario di eventi in presenza è stato che ce n’è bisogno!

    C’è bisogno di spazi gentili dove ritrovarsi in maniera serena;

    C’è bisogno di potersi esprimere dal vivo e riportare la nostra vita e eventi quotidiani fuori dallo schermo e dentro la realtà a contatto con le persone;

    C’è bisogno di reimparare a prendersi cura di se stessi e delle persone care attraverso il cibo, gli ingredienti e le scelte quotidiane;

    C’è bisogno di ricette per la felicità, di cibo sano, rispettoso del pianeta e naturalmente buono;

    C’è bisogno di conoscere il mondo attraverso nuove ricette, di annusare, assaggiare, provare, cucinare..

    E questo cercherò di fare e proporre. Vi aspetto!

    Ultimamente i carboidrati vengono messi al bando in molti stili alimentare e diete, ma le motivazioni non sono sempre tra le più valide. Sempre più spesso mi sento rivolgere la domanda “Ma allora i carboidrati fanno male?” oppure accompagnati dal senso di colpa, sento sospironi e frasi del tipo “Eh… oggi ho mangiato troppi carboidrati!”

    Facciamo un pò di chiarezza.

    COSA SONO I CARBOIDATI?

    I carboidrati sono uno dei 3 macronutrienti essenziali che estraiamo dal cibo mangiando (gli altri due sono proteine e grassi). La definizione essenziale accanto a carboidrati dovrebbe già farci riflettere.

    I carboidrati funzionano come forma di energia primaria per il nostro organismo, in particolare per il cervello. I carboidrati sono in effetti la fonte di energia preferita perchè pulita e di più rapida trasformazione rispetto ai grassi e proteine. Il nostro organismo estrae gli amidi e gli zuccheri dai carboidrati per trasformarli in glucosio che può essere assorbito dalle cellule per le loro attività.

    Noi distinguiamo i carboidrati in amidi, zuccheri e fibre. Nello specifico gli amidi e le fibre sono carboidrati complessi, mentre gli zuccheri sono carboidrati semplici.
    Per saperne di più su fibre, amidi e zuccheri semplici vi rimando ad un mio precedente post. Invece oggi parliamo dei carboidrati senza mistificazioni.

    TUTTI I CARBOIDRATI FANNO MALE?

    Tutti i cani mordono?
    Pensare che tutti i carboidrati facciano male è come pensare che ogni cagnolino ti possa mordere! Bisogna distinguere e c’è da tenere in considerazione due cose: la differenza tra carboidrati semplici e complessi, e quella tra carboidrati provenienti da alimenti vegetali integrali o raffinati e/o processati.

    I carboidrati semplici sono costituiti da molecole di zucchero non concatenate, lunghe una o due unità (mono o disaccaridi). Gli alimenti con zuccheri aggiunti (e questo include anche i dolcificanti naturali) forniscono energia favorendo un rapido aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Spesso, questi alimenti contengono poche fibre.

    I carboidrati complessi sono costituiti da fibre, che non si convertono affatto in carburante, e amidi, che tendono a decomporsi più lentamente, riducendo i picchi di zucchero e fornendo una forma di energia più duratura e stabile. Questo li rende, in generale, la scelta più sana. Questi polisaccaridi si trovano negli alimenti vegetali integrali, in particolare nei cereali integrali, nei legumi e nelle verdure.
    Icarboidrati semplici sono più frequentemente presenti nei dolci, prodotti da forno raffinati e prodotti raffinati e altamente processati.

    Quindi si potrebbe pensare che gli zuccheri semplici sono cattivi e quelli complessi buoni… ma non è sempre così.
    Gli zuccheri della frutta sono semplici (contiene molto fruttosio) ma allo stesso tempo la frutta contiene vitamina, minerali, fitonutrienti e fibre di cui il corpo non deve. Ci sono vegetali che contengono sia carboidrati semplici che complessi (zucca, patata dolce, carota..) e sono ricchissimi in nutrienti per l’organismo.

    E un cibo che contiene amido, anche se è un carboidrato complesso, non è più sano. Pane, biscotti, cracker a livello industriale sono per lo più prodotti con amido e farine raffinate, che non contengono zuccheri semplici come la frutta ma non sono sane come la frutta! Infatti le farine raffinate e vengono bruciati molto rapidamente dal corpo creando un picco glicemico.

    In sintesi i carboidrati dovrebbero assomigliare il più possibile alla loro forma integrale, perchè la “raffinazione” ha eliminato delle parti fondamentali per la gestione dei carboidrati da parte del corpo.

    TUTTI I CARBOIDRATI FANNO INGRASSARE?

    Con questa nuova prospettiva possiamo dire che tendenzialmente i carboidrati raffinati possono far ingrassare ma non vale la stessa cosa per i carboidrati provenienti dai cibi integrali, dove l’insieme di fibre e nutrienti presenti interviene in molteplici modi sul metabolismo dell’individuo (aumentare il senso di sazietà, bassa densità calorica, migliorato il metabolismo, aumentato senso di benessere..).

    Quindi i carboidrati provenienti da alimenti vegetali integrali solitamente non fanno prendere peso all’individuo ma lo fanno perdere.

    Gli zuccheri semplici favoriscono l’acquisizione di peso, così come i cibi ultraprocessati che di solito sono una combinazione di dolcezza, sapidità e grasso costruito appositamente per creare un piacere immediato che ci faccia andare avanti a mangiare anche quando siamo già pienei (“non riesco a fermarmi!”.

    N.B. I cibi ricchi in nutrienti tendono a lasciare appagato il nostro organismo per molto più tempo senza continuare la ricerca spasmodica di qualcosa da sgranocchiare.

    L’INDICE GLICEMICO E’ IL MIGLIOR MODO PER VALUTARE I CARBOIDRATI?

    L’indice glicemico (GI) è spesso associato al controllo del diabete, ma viene anche utilizzato nella gestione di altre patologie come malattie cardiache, obesità e infiammatorie.

    L’indice glicemico funziona assegnando un numero a un determinato alimento su una scala da 0 a 100, in base a quanto è stato dimostrato che quel cibo aumenta la glicia nel sangue dopo averlo mangiato. Se il cibo non ha alcun effetto sulla glicemia è 0. E se stai mangiando glucosio puro, l’indice glicemico è 100.

    I carboidrati associati ad alto indice glicemico (più di 55) vengono digeriti, assorbiti e metabolizzati più velocemente, causando una risposta rapida nella glicemia e nella secrezione di insulina per riassorbire il glucosio rapidamente, mentre i carboidrati a basso indice glicemico hanno un impatto minimo sulla glicemia.

    La teoria fa i conti con la pratica:

    1. raramente noi mangiamo un solo cibo per volta a stomaco vuoto (non mangiamo di solito solo pane a pranzo, oppure solo 1 banana a colazione..) quindi nel momento in cui combiniamo più cibi insieme la velocità di assorbimento del glucosio nel sangue varia ulteriormente.
    2. non tutti i cibi ad alto indice glicemico sono nocivi per la salute e non tutti i cibi a basso indice glicemico sono sani! La mortadella ha un indice glicemico bassissimo, ciò non implica che sia sana (anzi l’eccesso di grassi saturi può portare a condizioni pre-diabetiche)

    LE DIETE LOW CARB SONO TUTTE SANE?

    Premessa: le diete dimagranti sono diete a termine, cioè nasono per essere fatte per un breve periodo per raggiungere il proprio obiettivo, perdere peso, e poi si dovrebbe rientrare nell’ambito di una dieta equilibrata. Le diete low carb sono diventate fashion come diete dimagranti a partire dagli anni 70 e ad oggi continuano a ricevere un vasto consenso perchè consentono di bruciare i grassi anzichè i carboidrati.

    Il problema fondamentale di queste diete è che non discriminano quindi fra i vari tipi di carboidrati, ma li eliminano tutti, anche quelli che sono ricchissimi dal punto di vista nutrizionale come la quinoa, il grano saraceno, l’amaranto, i fagioli, ceci, lenticchie.. Ma anche zucca, patate dolci sono bannate! Insomma vengono sconsigliati cibi che sono ricchi in fitonutrienti, fibre, vitamine e minerali.
    Molte ricerche indicano le diete low carb utili a perdere peso nel breve tempo ma le sconsiglia come diete di lunga durata. Vengono inoltre sconsigliate quindi per il mantenimento del peso perso e nel caso di diete associate al diabete.

    Sicuramente le diete low-carb hanno avuto il pregio di mantenere chi le seguiva lontano dai prodotti ricchi di zucchero e processati, e questo è sicuramente un bene, ma si può raggiungere questo beneficio senza buttare via anche il buono che c’è, anzi utilizzando anche i carboidrati complessi integrali uniti a grassi e proteine sane.. E alcune ricette vi potranno anche essere di aiuto!

    Per mettere in pratica in cucina ti aspetto ad uno dei miei corsi, dove trattiamo questo e altri argomenti (oltre a cucinare). Presto i nuovi corsi in calendario

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    SCROLL DOWN FOR THE ENGLISH VERSION

    La Grecia mi rilassa… i greci mi rilassano… e anche il cibo greco mi rilassa! La cucina greca rimane tra le mie preferite negli ultimi anni perchè ha la capacità di preservarsi e rimanere ancora autentica, senza grandi pretese (però con grandi porzioni) e con contenuto.. Poco dedita all’apparenza e tanto alla sostanza… O almeno è la cucina greca che io ancora insegue e cerco quando mi trovo li. Inoltre la cucina greca è ricchissima di piatti vegetariani e addirittura vegan..si perchè l’onnipresente feta non è sempre così onnipresente, e molti piatti della tradizione nascono a base vegetale con aggiunta postuma del formaggio per arricchire il piatto. Come per le domatokeftedes, le polpette (o frittelle) di pomodori. Girando per le taverne greche si possono trovare spesso con aggiunta di uova alla pastella oppure di pezzetti di feta per insaporirle di più. Cercando la loro storia ho scoperto che in realtà la forma più semplice naturalmente era senza derivati animali: una ricetta semplice, bastava avere dei buoni pomodori, prendere delle erbe aromatiche dal vaso sul davanzale e aggiungere un pò di farina che era sempre in dispensa.. Beh l’olio, essenziale nei paesi del bacino del Mediterraneo.

    Raramente i miei piatti sono avulsi dall’ambiente in cui mi trovo, e così visto che in questi giorni sono in Calabria è stato inevitabile pensare alle domatokeftedes. Anche perchè i pomodori sono l’ingrediente fondamentale, maturi ma ancora sodi, dolci e profumati: non provateci nemmeno con un pomodoro aranciato uscito da una vaschetta di plastica dimenticata da alcuni giorni in un banco frigo del supermercato.

    Va bene che fritto è buono tutto ma suvvia, non esageriamo!

    Le erbe aromatiche non sono opzionali, anzi siate abbondanti: oltre al loro delicato aroma porteranno un pò di freschezza al piatto (che comunque è pur sempre fritto!)

    So già che qualcuno di voi che mi conosce si chiederà, e la macrobiotica cosa ne pensa?

    In macrobiotica il pomodoro è considerato molto yin (talmente yin che veniva sconsigliato in alcuni casi), ma dal punto di vista energetico effettivamente viene annullato dalla cottura, cioè yanghizzato dal fatto che viene usata un metodo di cottura molto yang. Trovo che siano ottime preparate occasionalmente, senza esagerare con il fritto considerata la stagione (abbiamo l’autunno che ci aspetta per le tempure!!!).

    Ammiratori della macrobiotica provate anche voi e fatemi sapere come vi siete trovati!

    Dimenticavo, se non ricordi le regole per un buon fritto vai qui.

    Domatokeftedes

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    INGREDIENTI (per circa 8 domatokeftedes)

    200 g di pomodorini maturi
    1/4 di cipolla rossa
    basilico, foglie di sedano, menta fresca
    origano
    sale
    circa 2 cucchiai di farina di tipo 1
    Olio per friggere

    PROCEDIMENTO

    Taglia i pomodorini a cubettini piccoli, trita la cipolla e le erbe aromatiche. In un piatto mescola i pomodori con le erbe aromatiche, la cipolla, sale e origano. Il pomodoro butterà fuori un pò di acqua di vegetazione, e va benissimo perchè a questo punto aggiungerai la farina che asciugherà il composto e farà da legante.

    Fai riposare in frigo per 1-2 ore la pastella, in questo modo i sapori diventerssano più distinti e friggerai meglio le domatokeftedes.

    Dopo aver fatto riposare la pastella, prepara una padella con olio per friggere (io ho usato olio di oliva in questo caso), forma le polpette con l’aiuto di un cucchiaio e falle cuocere dsu entrambi i lati. Servile calde (e che te lo dico a fare!!!)

    ENGLISH VERSION

    Greece relaxes me … the Greeks relax me … and Greek food relaxes me too! Greek cuisine remains among my favorites in recent years because it has the ability to preserve itself and still remain authentic, without great pretensions (but with large portions) and with content .. Little devoted to appearance and much to substance … Or at least it is the Greek cuisine that I still pursue and look for when I am there. In addition, Greek cuisine is rich in vegetarian and even vegan dishes .. yes, because the omnipresent feta is not always so omnipresent, and many traditional dishes are born based on plants with posthumous addition of cheese to enrich the dish. As for the domatokeftedes, the meatballs (or fritters) of tomatoes. Wandering around the Greek taverns you can often find them with the addition of eggs to the batter or pieces of feta to flavor them more. Looking for their history, I discovered that in reality the simplest form of course was without animal derivatives: a simple recipe, it was enough to have some good tomatoes, take some aromatic herbs from the pot on the windowsill and add a little flour that was always in the pantry .. Well the oil, essential in the countries of the Mediterranean basin.

    My dishes are rarely detached from the environment in which I find myself, and so since I am in Calabria these days it was inevitable to think of domatokeftedes. Also because tomatoes are the fundamental ingredient, ripe but still firm, sweet and fragrant: don’t even try it with an orange tomato that came out of a plastic tray forgotten a few days ago in a supermarket refrigerator counter.

    It’s okay that fried everything is good but come on, let’s not exaggerate!

    Aromatic herbs are not optional, rather be abundant: in addition to their delicate aroma they will bring a little freshness to the dish (which is still fried!)

    I already know that some of you who know me will wonder, and what do you think about macrobiotics?

    In macrobiotics, the tomato is considered very yin (so much yin that it was not recommended in some cases), but from an energy point of view it is effectively canceled by cooking, that is, yanghized by the fact that a very yang cooking method is used. I find that they are excellent prepared occasionally, without exaggerating with the fried considering the season (we have autumn waiting for us for the tempure !!!).

    Macrobiotics admirers try it and let me know how you found it!

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    INGREDIENTES (6 to 8 fritters)

    200 g of ripe cherry tomatoes
    1/4 of a red onion
    basil, celery leaves, fresh mint
    origan
    salt
    about 2 tablespoons of type 1 flour
    Frying oil

    METHOD

    Cut the cherry tomatoes into small cubes, chop the onion and aromatic herbs. In a dish, mix the tomatoes with the herbs, onion, salt and oregano. The tomato will throw out some vegetation water, and that’s fine because at this point you will add the flour which will dry the mixture and act as a binder.

    Let the batter rest in the fridge for 1-2 hours, in this way the flavors become more distinct and you will fry the domatokeftedes better.

    After letting the batter rest, prepare a pan with oil for frying (I used olive oil in this case), shape the fritters with the help of a spoon and cook them on both sides. Serve them warm.