Fra le ricette che dovrebbero essere patrimonio dell’umanità secondo me c’è quella del gelo di melone. Le sue origini sono in Sicilia, a Palermo, ed è una ricetta tipicamente estiva. E’ così semplice nella sua descrizione che potrebbe sembrare quasi banale il risultato. Potrebbe essere definito come una sorta di “budino di frutta”, ma è terribilmente riduttivo per un dolce che invece è così nobile al palato. L’ingrediente principe, la frutta, deve essere al giusto grado di maturazione, così che il risultato sarà un dolce delicato,profumato e leggermente cremoso che ammalia per la sua freschezza e toni di fruttati che non annoiano. Non solo, l’uso della frutta matura ci permette di diminuire la quantità di dolcificante da usare.
Gli accostamenti con la cannella, con granella di pistacchio oppure con delle riduzioni di vino dolce profumato non fanno altro che esaltare il tutto.

“Melone” a Palermo è il nome usato anche per l’anguria, quindi il gelo di melone è di solito un dolce a base di anguria: in questo caso invece la mia ricetta si rifà all’uso invece del melone tipo cantalupo.

Fondamentale sceglierlo maturo e profumato. Comunque potrebbe essere fatto anche con altra frutta.

Mi sono ispirata alla ricetta di Siciliani Creativi, rivisitandola secondo la mia preferenza: meno amido di mais e mantenere la fibra del melone e un tocco agrumato.

Ingredienti per 4-6 porzioni

500 g melone maturo già pulito

30 g amido di mais

2 cucchiai di marmellata di limoni

dolcificante a scelta q.b. (io nessuno grazie al grado di dolcezza della frutta)

Procedimento

Frulla il melone con l’amido di mais e la marmellata di limoni e fai cuocere a fuoco basso sempre mescolando fino a portare ad ebollizione e spegnere il fuoco. Mescolare e versare negli appositi contenitori o stampini.

Fai raffreddare per una notte, quindi sforma dallo stampo e a piacere spolvera di pistacchio oppure di cannella prima di servirlo.
Mettiti comodo/a e assapora ad occhi chiusi! Enjoy!

4 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *