Usare i grani antichi è come risalire alle nostre origini…attraverso il cibo.
I grani antichi sono dei grani che non hanno subito le selezioni fatte dall’uomo attraverso i secoli, nè con mezzi semplici dovuti all’addomesticamento dato dall’agricoltura, nè in laboratorio.
I grani antichi sono grani “selvatici”, che l’uomo non ha mai addomesticato, perchè spesso irregolari, con scarse rese, troppo piccoli… insomma poco gestibili come tutto ciò che rimane selvatico. Ma come tali i loro sapori rimangono unici, così come anche le loro qualità!
Solitamente sono naturalmente biologici, poichè anche molto resistenti ai parassiti. Alcuni di essi rimanevano l’ultima salvezza negli anni di carestia per la loro resistenza: meglio una resa bassa che nulla e quindi venivano piantati in extremis (il grano timilia per esempio ha anche un ciclo di crescita molto breve rispetto ad altri).
Hanno anche caratteristiche nutrizionali diverse: oltre che i vari apporti di minerali e ricchezza in pigmenti (che in alcuni casi danno delle colorazioni meravigliose alle farine) la caratteristica fondamentale è che il tipo di glutine che si forma dalle farine di grani antichi è sempre con caratteristiche di digeribilità molto più alte rispetto al tradizionale frumento.
La sola Italia è la culla di più di un centinaio di grani antichi diversi: perchè ci riduciamo(e spesso saturiamo) sempre con la farina di frumento tradizionale Triticum aestivum (grano tenero coltivata in Italia settentrionale) e Triticum durum (grano duro nelle regioni centromeridionali)?!?

La Sicilia, il granaio dell’antico impero romano, è a sua volta uno scrigno di grani antichi che stanno piano piano tornando alla luce: timilia, perciasacchi, russello, maiorca.. solo per citare alcuni nomi.
I grani siciliani sono soprattutto (ma non solo) grani duri, come il grano Timilia.
Oggi ho usato proprio una pasta con questa farina, prodotta dagli agricoltori siciliani della Valdibella e in più accompagnate da un bellissimo simbolo di “AddioPizzo”, un bellissimo simbolo di rispetto della terra e dell’essere umano.
Il pesto con cui l’ho preparata è a base di semi di canapa e basilico: utilizzare dei semi di canapa decorticati, arricchisce il nostro pesto di omega 3, i preziosi acidi grassi essenziali. Profumo di basilico e rosso acceso dei pomodori.. Non resta che mettersi all’opera!

penne_timilia_pesto_canapa

Ingredienti

170-180 g di penne di grano Timilia
10-15 pomodorini pachino ben maturi
3 cucchiai di semi di canapa decorticati
1 cucchiaio di noci o anacardi
1 mazzo di basilico
1/2 spicchio di aglio
olio evo, sale

Procedimento
Macinare i semi di canapa in un mortaio con un pestello oppure tritarli con un tritatutto. Aggiungere l’aglio e le noci. Tagliare il basilico e aggiungerlo ai semi di canapa e tritare insieme aggiungendo poco per volta un pò di olio evo in modo da ottenere un pesto.
Tagliare i pomodorini a metà e aggiungere un pizzico di sale e olio e farli marinare per 15-30 minuti.
Far cuocere la pasta in abbondante acqua bollente salata e scolare al dente.
Condire con il pesto e aggiungere infine i pomodorini.

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