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La Grecia mi rilassa… i greci mi rilassano… e anche il cibo greco mi rilassa! La cucina greca rimane tra le mie preferite negli ultimi anni perchè ha la capacità di preservarsi e rimanere ancora autentica, senza grandi pretese (però con grandi porzioni) e con contenuto.. Poco dedita all’apparenza e tanto alla sostanza… O almeno è la cucina greca che io ancora insegue e cerco quando mi trovo li. Inoltre la cucina greca è ricchissima di piatti vegetariani e addirittura vegan..si perchè l’onnipresente feta non è sempre così onnipresente, e molti piatti della tradizione nascono a base vegetale con aggiunta postuma del formaggio per arricchire il piatto. Come per le domatokeftedes, le polpette (o frittelle) di pomodori. Girando per le taverne greche si possono trovare spesso con aggiunta di uova alla pastella oppure di pezzetti di feta per insaporirle di più. Cercando la loro storia ho scoperto che in realtà la forma più semplice naturalmente era senza derivati animali: una ricetta semplice, bastava avere dei buoni pomodori, prendere delle erbe aromatiche dal vaso sul davanzale e aggiungere un pò di farina che era sempre in dispensa.. Beh l’olio, essenziale nei paesi del bacino del Mediterraneo.

Raramente i miei piatti sono avulsi dall’ambiente in cui mi trovo, e così visto che in questi giorni sono in Calabria è stato inevitabile pensare alle domatokeftedes. Anche perchè i pomodori sono l’ingrediente fondamentale, maturi ma ancora sodi, dolci e profumati: non provateci nemmeno con un pomodoro aranciato uscito da una vaschetta di plastica dimenticata da alcuni giorni in un banco frigo del supermercato.

Va bene che fritto è buono tutto ma suvvia, non esageriamo!

Le erbe aromatiche non sono opzionali, anzi siate abbondanti: oltre al loro delicato aroma porteranno un pò di freschezza al piatto (che comunque è pur sempre fritto!)

So già che qualcuno di voi che mi conosce si chiederà, e la macrobiotica cosa ne pensa?

In macrobiotica il pomodoro è considerato molto yin (talmente yin che veniva sconsigliato in alcuni casi), ma dal punto di vista energetico effettivamente viene annullato dalla cottura, cioè yanghizzato dal fatto che viene usata un metodo di cottura molto yang. Trovo che siano ottime preparate occasionalmente, senza esagerare con il fritto considerata la stagione (abbiamo l’autunno che ci aspetta per le tempure!!!).

Ammiratori della macrobiotica provate anche voi e fatemi sapere come vi siete trovati!

Dimenticavo, se non ricordi le regole per un buon fritto vai qui.

Domatokeftedes

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INGREDIENTI (per circa 8 domatokeftedes)

200 g di pomodorini maturi
1/4 di cipolla rossa
basilico, foglie di sedano, menta fresca
origano
sale
circa 2 cucchiai di farina di tipo 1
Olio per friggere

PROCEDIMENTO

Taglia i pomodorini a cubettini piccoli, trita la cipolla e le erbe aromatiche. In un piatto mescola i pomodori con le erbe aromatiche, la cipolla, sale e origano. Il pomodoro butterà fuori un pò di acqua di vegetazione, e va benissimo perchè a questo punto aggiungerai la farina che asciugherà il composto e farà da legante.

Fai riposare in frigo per 1-2 ore la pastella, in questo modo i sapori diventerssano più distinti e friggerai meglio le domatokeftedes.

Dopo aver fatto riposare la pastella, prepara una padella con olio per friggere (io ho usato olio di oliva in questo caso), forma le polpette con l’aiuto di un cucchiaio e falle cuocere dsu entrambi i lati. Servile calde (e che te lo dico a fare!!!)

ENGLISH VERSION

Greece relaxes me … the Greeks relax me … and Greek food relaxes me too! Greek cuisine remains among my favorites in recent years because it has the ability to preserve itself and still remain authentic, without great pretensions (but with large portions) and with content .. Little devoted to appearance and much to substance … Or at least it is the Greek cuisine that I still pursue and look for when I am there. In addition, Greek cuisine is rich in vegetarian and even vegan dishes .. yes, because the omnipresent feta is not always so omnipresent, and many traditional dishes are born based on plants with posthumous addition of cheese to enrich the dish. As for the domatokeftedes, the meatballs (or fritters) of tomatoes. Wandering around the Greek taverns you can often find them with the addition of eggs to the batter or pieces of feta to flavor them more. Looking for their history, I discovered that in reality the simplest form of course was without animal derivatives: a simple recipe, it was enough to have some good tomatoes, take some aromatic herbs from the pot on the windowsill and add a little flour that was always in the pantry .. Well the oil, essential in the countries of the Mediterranean basin.

My dishes are rarely detached from the environment in which I find myself, and so since I am in Calabria these days it was inevitable to think of domatokeftedes. Also because tomatoes are the fundamental ingredient, ripe but still firm, sweet and fragrant: don’t even try it with an orange tomato that came out of a plastic tray forgotten a few days ago in a supermarket refrigerator counter.

It’s okay that fried everything is good but come on, let’s not exaggerate!

Aromatic herbs are not optional, rather be abundant: in addition to their delicate aroma they will bring a little freshness to the dish (which is still fried!)

I already know that some of you who know me will wonder, and what do you think about macrobiotics?

In macrobiotics, the tomato is considered very yin (so much yin that it was not recommended in some cases), but from an energy point of view it is effectively canceled by cooking, that is, yanghized by the fact that a very yang cooking method is used. I find that they are excellent prepared occasionally, without exaggerating with the fried considering the season (we have autumn waiting for us for the tempure !!!).

Macrobiotics admirers try it and let me know how you found it!

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INGREDIENTES (6 to 8 fritters)

200 g of ripe cherry tomatoes
1/4 of a red onion
basil, celery leaves, fresh mint
origan
salt
about 2 tablespoons of type 1 flour
Frying oil

METHOD

Cut the cherry tomatoes into small cubes, chop the onion and aromatic herbs. In a dish, mix the tomatoes with the herbs, onion, salt and oregano. The tomato will throw out some vegetation water, and that’s fine because at this point you will add the flour which will dry the mixture and act as a binder.

Let the batter rest in the fridge for 1-2 hours, in this way the flavors become more distinct and you will fry the domatokeftedes better.

After letting the batter rest, prepare a pan with oil for frying (I used olive oil in this case), shape the fritters with the help of a spoon and cook them on both sides. Serve them warm.

In questi giorni pre-natalizi, alla ricerca di regali e dolcetti da condividere con gli amici i parenti questi fanno proprio al caso tuo!
Si tratta di tartufini speciali perchè contengono solo 3 ingredienti tutti eccezionali:
cioccolato fondante al 70%
nocciole del piemonte leggermente tostate
– ambrato e caramellato sciroppo di acero

Io li preparo per molte ragioni:
– si conservano per almeno una settimana, quindi sono ottimi come regalo di Natale;
– sono deliziosi, quindi sono ottimi anche come momento dolce senza esagerare dopo una cena tra amici;
– sono semplicissimi da preparare;
– sono velocissimi da fare;
– adatti a tutti… sono naturalmente senza latticini, senza burro, senza glutine.

La verità è che questi tartufini sono nati da un errore, mia intenzione era preparare tutt’altro… ma a quanto ho capito l’errore è stato graditissimo a tutti! =)
Il segreto della ricetta qual è?
Il segreto è che bisogna usare:
1) una cioccolata fondente di alta qualità!
2) delle nocciole del piemonte straordinarie!
Per la cioccolato ti invito a sceglierla controllando sempre gli ingredienti, l’ideale è che siano 3: pasta di cacao, burro di cacao e zucchero!
Per le nocciole ho usato queste un provvidenziale e graditissimo regalo della cara Chiara: le produce un piccolo produttore del Piemonte e le ho trovate veramente ottime!
Prima di passare alla ricetta piccolo aggiornamento sul calendario eventi: CI SONO QUASI!!! Tra poco saprete quando partirà il prossimo corso di cucina naturale base su principi macrobiotici, i corsi di dolci senza zucchero, quelli su pane con pasta madre e anche la NEW ENTRY sulle Fermentazioni… e altro ancora.
STAY TUNED!!!
Prima di andare alla ricetta dei Tartufini alla Gianduia ti ricordo che per restare aggiornata/o e non perdere le ultime news, ti puoi iscrivere alla NEWSLETTER.
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Tartufini Gianduia… belli, buoni e semplici!

Ingredienti

100 g di cioccolato fondente al 70%
100 g di nocciole leggermente tostate
4 cucchiai di sciroppo di acero
pizzico di sale

Cacao amaro quanto basta per ricoprire i tartufini

Procedimento
Mettere le nocciole in un tritatutto potente fino a ridurle ad una pasta di nocciole cremosa.
Nel frattempo sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente.
In una terrina incorporare delicatamente al cioccolato fondente la pasta di nocciole, il sale e lo sciroppo di acero n modo da ottenere una pasta omogenea. Far raffreddare bene il composto in modo da poterlo lavorare, quindi formare i tartufini e passarli nel cacao amaro. Conservarli in frigorifero e tenerli a temperatura ambiente preferibilmente 30 minuti prima di servirli.

Ho appena finito di tenere un corso sulla panificazione con la pasta madre in cui i partecipanti si sono completamente immersi nell’atmosfera “piena di fermento” di batteri e lieviti selvaggi, farine e impasti.. Tutti erano così pieni di domande ed erano così tante le cose da dire e impastare che non abbiamo avuto modo di accennare a come usare la pasta madre anche per fare qualche dolce.

Così ho pensato di rimanere in tema con il periodo, ci avviamo verso il carnevale e i dolci fritti riempiono le vetrine.. e la nostra pancia!!!
Ho pensato a delle frittelle integrali con uvetta e mele, fatte lievitare con pasta madre. L’impasto è dolcificato pochissimo con dello sciroppo di acero: per chi ama un grado di dolcezza maggiore consiglio di servirle con del malto, uno sciroppo dolce a piacimento oppure con una spolverata di zucchero mascobado macinato finissimo.

Professionisti e neofiti della pasta madre provatele: sia per il gusto di farle lievitare naturalmente sia per la ricetta ben equilibrata! Ma soprattutto cari panificatori di sabato scorso, questa ricetta è apposta per voi per farvi esercitare!!! =)

In particolare ai neofiti di pasta madre consiglio di non demordere: può sembrare impegnativo ai rimi tentativi ma con il tempo vedrete grandi progressi … e che soddisfazione dare forma ai vostri pani!!!

Vi lascio alla ricetta dopo avervi ricordato l’avvio a Febbraio di un bellissimo corso base di cucina macrobiotica a Mantova: insomma il buono, il bello e il sano finalmente insieme!!!

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Ingredienti

200 g di farina di tipo 2
50 g di pasta madre rinfrescata
40 g di sciroppo di acero
150 ml circa di latte di avena/riso
1 tazza di uvetta
1 mela
la scorza grattugiata di 1 limone
cannella
pizzico di sale

Olio per frittura

Procedimento
In una terrina abbastanza capiente mescolare bene la farina con il latte di avena tiepido, lo sciroppo di acero, il sale e la pasta madre.
Tagliare la mela a cubetti e ricoprirla di cannella in polvere. Aggiungere all’impasta la mela, l’uvetta e la scorza di limone e amalgamare molto bene tutti gli ingredienti. L’impasto deve essere fluido (come per preparare le frittelle appunto) quindi se troppo asciutto aggiungere del latte vegetale.
Lasciare riposare ben coperto a temperatura ambiente per circa 5-6 ore: l’impasto è pronto quando avrà raddoppiato il suo volume.
Cuocere le frittelle versando cucchiaiate di impasto nell’olio bollente e friggere ad immersione.
Asciugale con molta carta assorbente e consumale preferibilmente calde- tiepide.

I consigli di Jyoti
– L’uvetta puoi renderla più profumata o aromatica ammollandola in precedenza: in del succo di arancia per una versione adatta anche ai bimbi, oppure in un pò di liquore (o vino liquoroso) profumato di tuo gradimento.
– Aumenta fino ad 80 g la pasta madre se vuoi ridurre i tempi di lievitazione. Ricorda anche che i tempi variano in base alla temperatura dell’ambiente.
– Se non hai ancora l’occhio con la crescita degli impasti usa una terrina di vetro e segna il livello dell’impasto alla partenza e controlla più spesso quanto cresce.

Radici è una parola che può richiamare alla mente molti significati: le proprie origini, la terra, forza… Ma quando entriamo in cucina e parliamo di radici spesso si vede storcere il naso: bardana, pastinaca, carota, rape, ravanelli, daikon, topinambur, sedano rapaTutte radici, ognuna con caratteristiche diverse, con sapori che possono andare dal dolce al piccante passando per l’amaro e con forme avvolte abbastanza insolite.. Se mettiamo da parte la visione analitica, e smettiamo di “sezionare” questi ortaggi in fibre, vitamine, carboidrati ecc ecc. ma vogliamo osservarne la loro “natura” tutte hanno in comune che crescono sotto terra, che quindi per crescere hanno bisogno di farsi un pò di strada incontrando la resistenza del suolo e molte di loro sono soprattutto autunnali o invernali (crescono in climi più freddi).. Alcune poi puntano dritte verso il basso, il centro della terra (daikon, pastinaca), altre invece si allargano a assumono forme tondeggianti (rape, ravanelli) oppure molto irregolari (zenzero, topinambur..). Ecco, se praticamente osserviamo le radici nella loro “interezza” e proviamo a pensare, che da loro possiamo trarre qualcosa che va al di là dei minerali o fibre, ma che riguarda più la loro caratteristica intrinseca e la loro energia.. beh le possiamo cominciare con occhi diversi soprattutto in questa stagione!
Nel momento in cui guardiamo in questo modo un ortaggio, in questo caso le radici, si apre un nuovo mondo!
Ma il bello deve venire: perchè se per associazione potessimo assorbire le caratteristiche energetiche di ciò che mangiamo  allora nel caso delle radici sicuramente direi che assorbiremmo costanza, forza e determinazione.. E così in molte tradizioni orientali (decisamente poco occidentali le visioni proposte fino ad ora) a molte radici viene attribuita la capacità di dare forza e vigore, di scaldare il corpo nelle giornate fredde (sono tra le poche cose che crescono durante alcuni freddi inverni), di temprare il corpo..
Ma se proprio non sei dell’idea di “assorbire l’energia di una radice” allora provatele per il loro gusto, soprattutto in un semplice e irresistibile come quello della ricetta di oggi.

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Ingredienti 
Radici a scelta:
Pastinaca
Carota
Rapa bianca
Daikon
Topinambur
Mix di rosmarino, maggiorana e origano
olio evo, sale
Procedimento
Taglio a bastoncino le radici, quindi le sbollento in acqua salata per qualche minuto o meno, dipende dalle radici (per esempio la pastinaca circa 4 minuti, 3 minuti carota, la rapa bianca 2 minuti.. e così via). Dopo averle sbollentate le unisco in un contenitore, aggiungo qualche cucchiaio di olio evo, sale, rosmarino tritato, maggiorana e origano, quindi mescolo in modo che tutti i pezzi siano uniformemente conditi, quindi dispongo in una placca da forno. Dispongo in forno per 15 minuti a 190°C e altri 15 minuti a 160°C.  Enjoy!

Dolce e senza troppe complicazioni con intenso sapore di cioccolato e senza zuccheri raffinati aggiunti: questa è una versione ampiamente  rivisitata dei fudges, solitamente ricchi di burro, panna e zucchero. Facendo dei ritocchi di qua e di là alla ricetta originali diventano delle versatile idee energetiche: piccole dosi sono più che sufficienti per questo concentrato di bontà.

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Ingredienti
100 g di datteri
100 ml di latte di riso
20 g di farina di cocco
2 cucchiai di cacao amaro (oppure 1 cucchiaio di cacao e 1 di farina di carrube)
80 g di cioccolato fondente
2 dozzine di mandorle salate
vaniglia in polvere (facoltativa)

Procedimento

Lasciare i datteri ad ammorbidirsi nel latte di riso. Frullare i datteri con il latte creando una crema omogenea. Aggiungere la farina di cocco, il cacao e la farina di carrube (se si è scelto di usarla). Sciogliere il cioccolato fondente e aggiungere pochissima vaniglia in polvere. Aggiungere il cioccolato fuso alla massa a base di polveri e datteri. Amalgamare e aggiungere delle mandorle tagliate a coltello. Far freddare per un paio di ore in frigorifero o tutta la notte a temperatura ambiente.

 

Sembra raccogliere molti degli ortaggi protagonisti della stagione questa crostata: verza, cavolo viola, cavolo nero, nocciole.. Rosmarino aromatico e cumino che crea un pò di movimento con il suo sapore.. Le patate dolci servono a stupire e far uscire dall’angolo in cui sono stati relegati questi tuberi così importanti e benefici (ecco l’ultimo post in cui ne parlavo!)

crostata_autunnale

Ingredienti per 4 persone

150 g di farina integrale

2 cucchiai di olio evo

Sale

Semi di sesamo

Acqua fredda quanto basta per impastare

Ripieno

400 g tra Cavolo verza, Cavolo cappuccio e cavolo nero (le verdure possono essere anche cambiate a piacere e secondo stagione)

1 Cipolla

1 patata dolce

Yogurt di soia al naturale

Nocciole tostate a piacere (facoltativo)

Cumino, rosmarino

Olio evo, sale, pepe

Procedimento
Preparare la pasta impastando fra di loro tutti gli ingredienti. Tagliare i cavoli finemente e la cipolla e far cuocere insieme con un paio di cucchiai di olio e il cumino. Tagliare la patata dolce a fettine sottili e cuocerle in padella con rosmarino e sale.

Stendere l’impasto integrale in modo da foderare una teglia e sulla base distribuire le patate dolci. Mescolare i cavoli cotti con dello yogurt opportunamente salato e con l’aggiunta di olio evo. Distribuire anche le verdure sulle patate e terminare con delle nocciole tostate a piacere.

Cuocere in forno a 180°C per circa 30 minuti.

Adoro le crocchette, in qualsiasi loro forma, dimensione, contenuto.
Complice una giornata fresca che mi consente ampiamente l’uso di una cottura un pò più yang ho deciso di realizzare delle crocchette di zucca, dal sapore delicatamente dolce e sfiziose per la loro panatura esterna.
Qualche giorno fa degli ospiti mi chiedevano quale fosse il segreto dei miei arancini fritti e delle foglie di salvia in tempura..  Ecco alcuni dei segreti per nulla ovvi,  per realizzare una buona frittura che ci lasci anche leggeri e in forma:
olio ben caldo: friggere con l’olio già alla giusta temperatura permette al cibo di non impregnarsi completamente e rimanere quindi più leggero ma comunque saporito;
olio abbondante: può sembrare un paradosso ma è così.. più olio si userà per friggere, minore sarà la possibilità che il cibo si impregni completamente di olio (anche perchè la temperatura dell’olio non si abbasserà tutte le volte che inseriamo il cibo e il cibo si “chiude” omogeneamente su tutta la superfice impedendo di far penetrare altro olio!);
usare un buon olio, possibilmente mono-seme: personalmente preferisco olio di arachidi e olio di sesamo ma anche olio di girasole può andar bene se non friggiamo cibi troppo grossi e ad alte temperature (ha un punto di fumo decisamente più basso);
niente olio che fuma e eliminare briciole bruciate dall’olio: eviteremo tutti gli effetti nocivi dovuti a questi composti bruciati;
accostare fette di limone, daikon, zenzero, pompelmo accanto al vostro fritto: il fegato ve ne sarà immensamente grato;
– mangiare un cibo fritto (soprattutto se preparato sapientemente a casa) non segnerà l’inizio di acne o eruzioni cutanee, cellulite e obesità, soprattutto se fatto secondo poche regole e in armonia con le reali esigenze del nostro corpo..  E’ la prima cosa da imparare, molto prima della ricetta che è a seguire.. Enjoy!

crocchette_zucca_salvia

Ingredienti

300 g circa di zucca già pulita

1-2 patate lessate

foglie di salvia

rosmarino, pepe, sale

tamari (facoltativo)

pan grattato (gluten free per gli intolleranti/allergici)

2-3 cucchiai di farina di ceci

Olio per friggere

Procedimento

Tagliare la zucca a fette e farla cuocere in forno con rosmarino, pepe, sale, salvia e olio evo a circa 170°C fino a quando risulta essere ben cotta.

Frullare la zucca con sale o tamari e foglie di salvia. Ottenuto un composto omogeneo unirlo ad 1 o 2 patate schiacciate bene con la forchetta (o passate allo schiacciapatate). Amalgamare tutto e far riposare il composto ottenuto per 1-2 ore.

Preparare con la farina di ceci e un pò di acqua una pastella; in un secondo piatto versare il pan grattato (o se si preferisce farina di mais).

Fare con il composto delle palline e passarle prima nella pastella, quindi nel pan grattato. Friggerle in abbondante olio caldo fino a doratura.  A scelta possono essere cotte in forno già caldo a 190°C dopo averle spennellate di olio evo.

 

Perfetti per la primavera… comodissimi da usare per i pic-nic fuori porta…buonissimi da assaggiare a qualsiasi ora!
Non mi soffermo molto sulle proprietà degli agretti, potete sbirciare nel mio precedente post.
Si tratta di un ottima pastella di ceci che cotta al punto giusto e consumata calda o tiepida riesce ad essere croccante fuori e morbida dentro.

medaglioni_agretti
Ingredienti
100 g di farina di ceci
280 g di acqua
un mazzetto di agretti
1 spicchio di aglio
sale aromatizzato alle erbe
olio evo
Procedimento
Preparare una pastella di ceci e acqua, senza grumi, possibilmente almeno 4-5 ore prima e lasciar riposare.
Lessare per 3 minuti gli agretti in acqua bollente dopo averli puliti e passarli in padella con pochissimo olio evo e uno spicchio di aglio.
Aggiungere alla pastella qualche cucchiaio di olio e sale alle erbe.
Mettere gli agretti sul fondo di un unica teglia oppure in degli stampini tondi (per ottenere dei piccoli medaglioni) e versare sopra la pastella di ceci ben amalgamata.
Infornare a 200°C per 15 – 20 minuti circa.
Consumare meglio tiepide accompagnate generosamente da insalate e verdure di stagione… Possibilmente sotto un tiepido sole primaverile! =)

Ho già accennato (e usato in una ricetta) in precedenza del cavolo riccio, della stessa famiglia del cavolo nero, e meglio conosciuto tra i superfood con il nome di kale.
Per sfruttarne al pieno le sue proprietà, un idea è usarne qualche foglia in insalata, oppure preparare delle sfiziose chips con l’essiccatore, da conservare poi in un barattolo di vetro e sgranocchiare quando più se ne ha voglia o da aggiungere alle vellutate o allle insalate (come in foto)..
Senza ripetermi, alcune informazioni in più sulle proprietà del cavolo riccio le puoi trovare nell’articolo che ho scritto per cure naturali. Buona lettura!

insalata_chips_kale

Ingredienti
Cavolo riccio
sale aromatizzato alle erbe
olio evo
acqua q.b.
Procedimento
Pulire le foglie del cavolo riccio eliminando la nervatura centrale soprattutto verso  la base dove è più dura e fibrosa.
Tagliare le foglie e a pezzettini piccoli e metterli in una terrina.
Preparare un emulsione 1:1 di olio evo e acqua a cui aggiungere il sale alle erbe: emulsionare bene insieme ed usare l’emulsione per versarla sulle foglie e condirle bene mescolandole con le mani in modo che tutte le fogli si insaporiscano. Disporre le foglie in uno strato sottile nell’essiccatore a 42°C circa per 6-8 ore: tempo variabile, è necessario controllare e rigirare di tanto in tanto le foglie. Sono pronte quando asciutte e croccanti.
Se non si possiede l’essiccatore si può fare la stessa cosa in forno tenuto al minimo: la durata dipende dal forno. Ovviamente finchè si riesce a mantenere la temperatura di essiccazione entro i 42°C si riescono a preservare anche tutte le vitamine del cavolo riccio, mentre se aumentiamo le temperature proporzionalmente andiamo ad intaccare il il patrimonio nutrizionale del cavolo riccio…Naturalmente ben venga anche cotto, sempre molto più sano (e in alcuni casi anche buono) di tante chips che troviamo confezionate in commercio.

Avvolte basta solo la parola “muffin” e nessun altra descrizione aggiunta!!!
Come spuntino o finger food, per un pic-nic oppure una festa, sono sempre speciali.
Muffin vegan salati e integrali…anche le pause sfiziose possono essere sane! Enjoy it.

muffinsalati
Ingredienti Muffin Salati Vegan agli Spinaci(per circa 8 muffin)
170 g di farina integrale
150 g di spinaci
1 cipollotto
12 olive nere o verdi
6-8 pomodori secchi
140 g di yogurt di soia
25 g di olio evo
1 cucchiaino abbondante di lievito per torte salate (a base di cremor tartaro)
Procedimento
Tagliare a rondelline il cipollotto e farlo cuocere in padella con un cucchiaio di olio evo: aggiungere gli spinaci tritati finemente e insaporirli aggiungendo un pizzico di sale.
In una terrina setacciare la farina integrale con il lievito. Aggiungere le olive e i pomodorini secchi (dissalati eventualmente) tritati grossolanamente. Aggiungere anche gli spinaci e il cipollotto e mescolare tutto insieme.
A parte frullare lo yogurt con l’olio fino a montarlo leggermente e quindi aggiungerlo all’impasto: amalgamare e se necessario altro liquido aggiungere poco latte di soia o acqua.
Versare negli appositi stampini per muffin e infornare per 25-30 minuti a 180°C.
Servire tiepidi con salse e verdure.