Ultimamente i carboidrati vengono messi al bando in molti stili alimentare e diete, ma le motivazioni non sono sempre tra le più valide. Sempre più spesso mi sento rivolgere la domanda “Ma allora i carboidrati fanno male?” oppure accompagnati dal senso di colpa, sento sospironi e frasi del tipo “Eh… oggi ho mangiato troppi carboidrati!”

Facciamo un pò di chiarezza.

COSA SONO I CARBOIDATI?

I carboidrati sono uno dei 3 macronutrienti essenziali che estraiamo dal cibo mangiando (gli altri due sono proteine e grassi). La definizione essenziale accanto a carboidrati dovrebbe già farci riflettere.

I carboidrati funzionano come forma di energia primaria per il nostro organismo, in particolare per il cervello. I carboidrati sono in effetti la fonte di energia preferita perchè pulita e di più rapida trasformazione rispetto ai grassi e proteine. Il nostro organismo estrae gli amidi e gli zuccheri dai carboidrati per trasformarli in glucosio che può essere assorbito dalle cellule per le loro attività.

Noi distinguiamo i carboidrati in amidi, zuccheri e fibre. Nello specifico gli amidi e le fibre sono carboidrati complessi, mentre gli zuccheri sono carboidrati semplici.
Per saperne di più su fibre, amidi e zuccheri semplici vi rimando ad un mio precedente post. Invece oggi parliamo dei carboidrati senza mistificazioni.

TUTTI I CARBOIDRATI FANNO MALE?

Tutti i cani mordono?
Pensare che tutti i carboidrati facciano male è come pensare che ogni cagnolino ti possa mordere! Bisogna distinguere e c’è da tenere in considerazione due cose: la differenza tra carboidrati semplici e complessi, e quella tra carboidrati provenienti da alimenti vegetali integrali o raffinati e/o processati.

I carboidrati semplici sono costituiti da molecole di zucchero non concatenate, lunghe una o due unità (mono o disaccaridi). Gli alimenti con zuccheri aggiunti (e questo include anche i dolcificanti naturali) forniscono energia favorendo un rapido aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Spesso, questi alimenti contengono poche fibre.

I carboidrati complessi sono costituiti da fibre, che non si convertono affatto in carburante, e amidi, che tendono a decomporsi più lentamente, riducendo i picchi di zucchero e fornendo una forma di energia più duratura e stabile. Questo li rende, in generale, la scelta più sana. Questi polisaccaridi si trovano negli alimenti vegetali integrali, in particolare nei cereali integrali, nei legumi e nelle verdure.
Icarboidrati semplici sono più frequentemente presenti nei dolci, prodotti da forno raffinati e prodotti raffinati e altamente processati.

Quindi si potrebbe pensare che gli zuccheri semplici sono cattivi e quelli complessi buoni… ma non è sempre così.
Gli zuccheri della frutta sono semplici (contiene molto fruttosio) ma allo stesso tempo la frutta contiene vitamina, minerali, fitonutrienti e fibre di cui il corpo non deve. Ci sono vegetali che contengono sia carboidrati semplici che complessi (zucca, patata dolce, carota..) e sono ricchissimi in nutrienti per l’organismo.

E un cibo che contiene amido, anche se è un carboidrato complesso, non è più sano. Pane, biscotti, cracker a livello industriale sono per lo più prodotti con amido e farine raffinate, che non contengono zuccheri semplici come la frutta ma non sono sane come la frutta! Infatti le farine raffinate e vengono bruciati molto rapidamente dal corpo creando un picco glicemico.

In sintesi i carboidrati dovrebbero assomigliare il più possibile alla loro forma integrale, perchè la “raffinazione” ha eliminato delle parti fondamentali per la gestione dei carboidrati da parte del corpo.

TUTTI I CARBOIDRATI FANNO INGRASSARE?

Con questa nuova prospettiva possiamo dire che tendenzialmente i carboidrati raffinati possono far ingrassare ma non vale la stessa cosa per i carboidrati provenienti dai cibi integrali, dove l’insieme di fibre e nutrienti presenti interviene in molteplici modi sul metabolismo dell’individuo (aumentare il senso di sazietà, bassa densità calorica, migliorato il metabolismo, aumentato senso di benessere..).

Quindi i carboidrati provenienti da alimenti vegetali integrali solitamente non fanno prendere peso all’individuo ma lo fanno perdere.

Gli zuccheri semplici favoriscono l’acquisizione di peso, così come i cibi ultraprocessati che di solito sono una combinazione di dolcezza, sapidità e grasso costruito appositamente per creare un piacere immediato che ci faccia andare avanti a mangiare anche quando siamo già pienei (“non riesco a fermarmi!”.

N.B. I cibi ricchi in nutrienti tendono a lasciare appagato il nostro organismo per molto più tempo senza continuare la ricerca spasmodica di qualcosa da sgranocchiare.

L’INDICE GLICEMICO E’ IL MIGLIOR MODO PER VALUTARE I CARBOIDRATI?

L’indice glicemico (GI) è spesso associato al controllo del diabete, ma viene anche utilizzato nella gestione di altre patologie come malattie cardiache, obesità e infiammatorie.

L’indice glicemico funziona assegnando un numero a un determinato alimento su una scala da 0 a 100, in base a quanto è stato dimostrato che quel cibo aumenta la glicia nel sangue dopo averlo mangiato. Se il cibo non ha alcun effetto sulla glicemia è 0. E se stai mangiando glucosio puro, l’indice glicemico è 100.

I carboidrati associati ad alto indice glicemico (più di 55) vengono digeriti, assorbiti e metabolizzati più velocemente, causando una risposta rapida nella glicemia e nella secrezione di insulina per riassorbire il glucosio rapidamente, mentre i carboidrati a basso indice glicemico hanno un impatto minimo sulla glicemia.

La teoria fa i conti con la pratica:

  1. raramente noi mangiamo un solo cibo per volta a stomaco vuoto (non mangiamo di solito solo pane a pranzo, oppure solo 1 banana a colazione..) quindi nel momento in cui combiniamo più cibi insieme la velocità di assorbimento del glucosio nel sangue varia ulteriormente.
  2. non tutti i cibi ad alto indice glicemico sono nocivi per la salute e non tutti i cibi a basso indice glicemico sono sani! La mortadella ha un indice glicemico bassissimo, ciò non implica che sia sana (anzi l’eccesso di grassi saturi può portare a condizioni pre-diabetiche)

LE DIETE LOW CARB SONO TUTTE SANE?

Premessa: le diete dimagranti sono diete a termine, cioè nasono per essere fatte per un breve periodo per raggiungere il proprio obiettivo, perdere peso, e poi si dovrebbe rientrare nell’ambito di una dieta equilibrata. Le diete low carb sono diventate fashion come diete dimagranti a partire dagli anni 70 e ad oggi continuano a ricevere un vasto consenso perchè consentono di bruciare i grassi anzichè i carboidrati.

Il problema fondamentale di queste diete è che non discriminano quindi fra i vari tipi di carboidrati, ma li eliminano tutti, anche quelli che sono ricchissimi dal punto di vista nutrizionale come la quinoa, il grano saraceno, l’amaranto, i fagioli, ceci, lenticchie.. Ma anche zucca, patate dolci sono bannate! Insomma vengono sconsigliati cibi che sono ricchi in fitonutrienti, fibre, vitamine e minerali.
Molte ricerche indicano le diete low carb utili a perdere peso nel breve tempo ma le sconsiglia come diete di lunga durata. Vengono inoltre sconsigliate quindi per il mantenimento del peso perso e nel caso di diete associate al diabete.

Sicuramente le diete low-carb hanno avuto il pregio di mantenere chi le seguiva lontano dai prodotti ricchi di zucchero e processati, e questo è sicuramente un bene, ma si può raggiungere questo beneficio senza buttare via anche il buono che c’è, anzi utilizzando anche i carboidrati complessi integrali uniti a grassi e proteine sane.. E alcune ricette vi potranno anche essere di aiuto!

Per mettere in pratica in cucina ti aspetto ad uno dei miei corsi, dove trattiamo questo e altri argomenti (oltre a cucinare). Presto i nuovi corsi in calendario

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Se dovessi sintetizzare la macrobiotica direi che è una forma di comprensione delle “leggi” della Natura: è una saggezza che nasce dall’osservazione senza giudizio dell’esperienza.

Per l’Estate la macrobiotica ci suggerisce alcuni accorgimenti utili per vivere al meglio la stagione.

1. ALIMENTAZIONE A BASE VEGETALE

Favorire nella propria alimentazione il cibo di origine vegetale è bene tutto l’anno, ma in Estate è ancora più auspicabile poiché porta freschezza e idrata il corpo, cosa che ci serve per contrastare il caldo esterno (eccesso di Yang). Aumentare le porzioni di cibo di origine vegetale in questa stagione non è nemmeno troppo difficile vista l’abbondanza, ma attenzione anche a come li preparate!

2. METODI DI COTTURA

L’Estate richiede leggerezza, quindi favorire tra i tipi di cottura la scottatura in acqua bollente delle verdure pochissimi minuti (o secondi), saltare rapidamente le verdure per condire i nostri cereali, usare le verdure crude. Evitare le cotture in forno e la frittura: tendo ad essere molto scaldanti del corpo e in questa stagione (salvo cambiamenti climatici) non ci dovrebbe servire.

3. ZUCCHERI SI MA BUONI

L’Estate è la stagione degli zuccheri…BUONI! E’ il periodo dell’anno in cui la maggior parte di frutta giunge a maturazione e grazie al sole diventa dolcissima. Frullare la frutta matura insieme con un po’ di latte vegetale ci permette per esempio di ottenere smoothie freschi e dissetanti. La frutta matura può essere usata anche per preparare dei ghiaccioli casalinghi oppure deliziosi sorbetti.

4. ACQUA … PER NON ANDARE A FUOCO!

Bere acqua è fondamentale tutto l’anno, ma in Estate ancora di più: siamo sottoposti ad un aumento della temperatura che favorisce l’aumento della traspirazione del corpo. Lo sai che spesso molti non ascoltano i sintomi della sete e e rispondono a questa esigenza del corpo fornendo del cibo? Paradossale,vero? Pensi di aver voglia sempre di gelato ma in realto devi bere molto di più! Poni più attenzione ai segnali del corpo: avere speso le labbra asciutte e inumidirle con la lingua è uno dei tanti segnali.   

5. RINFRESCARE NON E’ RAFFREDDARE

E’ bene portare freschezza al fisico in maniera sana al corpo, ma è importante non raffreddarlo, quindi si a frutta e verdura, no a bibite ghiacciate, né esagerare con cibi freddi da frigoriferi, gelati e ghiaccioli.

6. RIDUCI I PRODOTTI DA FORNO

Pane, grissini, crackers, torte salate ci possono sembrare soluzioni per snack veloci ma in estate solo da ridurre perché troppo Yang per la stagione calda: riducili soprattutto se soffri di pelle secca. E poi, se ci pensi, a chi piace accendere il forno in piena Estate?

7. PASSA TEMPO ALL’ARIA APERTA

L’estate per tutti gli esseri viventi è il momento dell’anno di massima vitalità, lo stesso dovrebbe essere accadere nella nostra vita: passa più tempo all’aria aperta, da solo o meglio ancora con gli amici. Il benessere è fatto da buone abitudini come questa.

8. IL CIBO DELL’ESTATE

I cereali prettamente estivi per eccellenza sono il farro, grano (quindi cous cous, bulgur), il mais.. Legumi, fagioli borlotti e ceci sono ottimi. Tutte le verdure di stagione sono benvenute: zucchine, cetrioli, peperoni, cipolle fresche, insalate, carote novelle, ravanelli, fagiolini.. E le solanacee? Melanzane, pomodori, peperoni raggiungono il massimo della maturazione proprio in questo periodo dell’anno: in macrobiotica non sono molto consigliati per varie motivi (magari faremo un post sul tema): il mio consiglio è usarli con moderazione tenendo conto delle proprie condizioni di salute (se hai dubbi consultati con il tuo professionista di fiducia). Personalmente ne faccio uso in estate nell’ambito di una dieta varia, scegliendoli ben maturi, biologici e locali.

9. …MA I CONSIGLI NON ERANO 8?

Si avevo scritto 8 consigli, ma voglio aggiungere un altra cosa…
Nella medicina cinese l’Estate è legata all’emozione della Gioia: essere creativi, espansivi e vitali facendo posto alla gioia nel cuore è nutriente come scegliere il cibo giusto: nutriamo lo spirito, importante quanto il corpo. Se ciò non accade potremmo avere la sensazione di arrivare all’autunno avendo mancato qualcosa. Una gioiosa Estate a Te!

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Se hai dubbi o vorresti saperne per capire come trovare il “tuo” personale equilibrio a tavola contattami per le consulenze personalizzate.


La primavera, germoglio dopo germoglio, è arrivata a pieno ritmo.
E anche la pioggia di questi giorni ne fà parte.. rinfresca l’aria, la rinnova e disseta la terra.. Che ci sostiene e ci nutre!
In questa stagione la terra per nutrirci ci offre alcuni vegetali di stagione fantastici per il nostro corpo: in questo piatto in particolare ho scelto la rucola e gli agretti!
Gli agretti sono tendenzialmente diuretici e sostengono i processi di depurazione (ve ne ho parlato anche qui ), invece la rucola, con il suo sapore pungente stimola il fegato e le sue funzionalità: in primavera per favorire una buona partenza del corpo dopo l’inverno.
Qui ho preparato un pesto con la rucola e i pistacchi per la pasta di grano timilia (ormai sanno tutti che è una delle mie preferite è quella degli amici della ValdiBella: se non li conosci ancora visita il loro sito!) ai quali ho aggiunto degli agretti e fili di carote scottati e spadellati: un piatto ben calibrato tra verdure e pasta: accompagna con dei legumi e qualche cruditè e il tuo pranzo sarà completo!

Ingredienti (per 2 persone)

120 g di linguine di grano timilia

un mazzetto di agretti

1 carota

1 spicchio di aglio

un mazzetto piccolo di rucola

4-5 foglie di aglio ursino

30 g di pistacchi

olio evo

sale 

Procedimento

Portare l’acqua per la pasta già salata ad ebollizione in una pentola. Lavare gli agretti, pulirli delle radici e la base troppo coriacea e sbollentarlo nell’acqua per 3 minuti circa, quindi scolare e metterli da parte.

Pulire la carota e tagliarla per la lunghezza aiutandosi con un pelapatate oppure con un attrezzo per preparare gli spaghetti vegetali: ottenuti i fili di carota sbollentarli nella stessa acqua bollente per 30 secondi. Scolarli e ripassarli in padella con olio evo e uno spicchio di aglio con anche gli agretti. 

Nell’acqua di cottura delle verdure cuocere le linguine.

In un mortaio pestare la rucola e l’aglio ursino dopo averli tagliati finemente a coltello aiutandosi anche con i pistacchi. Preparare un pesto grossolano e aggiungere l’olio.

Scola le linguine al dente, aggiungi il pesto di rucola e infine gli agretti e le carote. Servi subito.

Enjoy!

Il miele di fichi o cotto di fichi è una ricetta calabrese: terra ricchi di alberi di fichi, così tanti da essere spesso abbandonati a se stessi, a volte per il lavoro faticoso di raccolta in alcuni casi perché considerato lavoro poco nobile, oppure perchè questi frutti vengono dimenticati!

Ogni volta che ho la possibilità di conoscere la storia di un prodotto dall’inizio alla fine ne sono felice e mi rendo conto che da quel momento in poi lo riesco ad apprezzare di più e essere più responsabile o consapevole riguardo al suo uso. Così accade per questa ricetta di miele di fichi: nei giorni più caldi di agosto i fichi raggiungono il massimo della maturazione in Calabria, tutti insieme improvvisamente gli alberi sono carichi di frutti dolcissimi: rimarranno disponibili pochi giorni e poi marciranno. Raccoglierli per mangiarli è un ottimo proposito.. ma con tutta la buona volontà bisogna farne altro oltre che crostate di frutta, macedonie e gelati! L’essiccazione è un ottimo metodo per conservare la frutta dolce abbondante in estate (basti pensare ad albicocche e prugne), quindi i fichi vengono essiccati anche in Calabria per farne varie preparazioni invernali(vedi questa) . E poi in alcune zone (troppo poche ormai) si prepara un vero e proprio nettare degli dei, il miele di fichi, ottenuto da una lunga cottura e filtrazione dei fichi. Richiede molta pazienza ed è speciale! Farlo con le proprie mani, dai fichi raccolti dagli alberi uno dopo l’altro (resistendo alla tentazione di mangiarne 1 su 2!) e dopo ore di cottura, lo rende magico.

..per cosa usarlo? Da dolcificante per un dessert a topping per lo yogurt, per rendere speciale una macedonia oppure per un insalata oppure come sostituto del miele.. per esempio pane integrale con noci e miele di fichi! Enjoy..

Ingredienti

Fichi ben maturi

Procedimento

Lava i fichi e tagliali in 4 parti mettendoli in una pentola con fondo pesante adatta ad una cottura lunga e lenta. Riempi la pentola con 2 dita di acqua e porta ad ebollizione. Fai cuocere a fuoco basso per circa 2 ore, fino a quando i fichi non si siano  completamente disfatti dalla cottura. A questo punto setaccia e filtra la preparazione con un panno a trama non troppo fitta in modo da poter strizzare e “mungere” il liquido dei fichi e separare la parte più fibrosa e metterla da parte. Con la parte più fibrosa io ho preparato una marmellata aggiungendogli un po’ di acqua e dolcificante.

Il liquido ottenuto dalla “mungitura” dei fichi è uno sciroppo che deve essere cotto nuovamente, quindi lo versi in un tegame largo con fondo pesante e lo cuoci ancora a fuoco basso: deve restringersi e addensare fino ad ottenere la consistenza di uno sciroppo molto denso/miele. I tempi di cottura variano molto dalla quantità e dal diametro della pentola, che influisce sull’evaporazione. A fine cottura versare il liquido bollente un in barattolo o bottiglietta precedentemente pulita e sterilizzata, chiudere ermeticamente. Da 2 kg di fichi si possono ottenere tra i 200 e 500 ml di miele di fichi, variabile in base alle caratteristiche dei fichi e la densità finale che si vuol ottenere.

E’ stato un lungo periodo di assenza dal blog, tra nuovi progetti di lavoro, viaggi, formazione e ancora nuovi progetti … Un periodo intenso, costruttivo e  pieno di evoluzioni. E ancora lo è. Ma il blog non poteva rimanere fermo per così tanto tempo, e lo spunto è arrivato sentendo dai miei corsisti al mio ultimo corso quanto sia difficile per alcuni di loro trovare delle soluzioni veramente efficaci e salutari per il pranzo quando sono al lavoro. Non sono riuscita a  trattenermi dallo scrivere un post con una ricetta/spunto per salvare il pranzo  ( e così facendo spesso anche il resto della giornata!) nei casi in cui si è spesso costretti a mangiar fuori e non si ha molto tempo.
Se a pranzo c’è qualcosa che non ci dovremmo far mancare per poter procedere con serenità anche per il resto della giornata, questo sono i carboidrati complessi… mi riferisco soprattutto ai cereali. Se ad essi ci aggiungiamo poi una piccola quantità di legumi e delle verdure il più è fatto! Il massimo con le giornate molto fredde che si preparano è che sia anche qualcosa di caldo! Ecco quindi la ricetta di oggi:  una splendida vellutata con queste caratteristiche da portar con sè, magari anche in un termos.. Il pranzo fuori casa è salvo! E’ naturalmente ottima anche se si gusta a casa propria con calma a pranzo o cena con chi ci fa piacere.

Questa vellutata è più semplice a farsi che a spiegarsi, ma nella sua semplicità nasconde dei preziosi doni: aiuta a portare equilibrio agli zuccheri del sangue, supporta il sistema pancreas-milza e ci nutre profondamente.. proprio quello di cui abbiamo bisogno in questo periodo.


Ingredienti
60 g di miglio
50 g di lenticchie rosse
2 fette di zucca
1 carota
1/2 porro piccolo (oppure una piccola cipolla bianca)
maggiorana a piacere
1 foglia di alloro
olio evo
sale
Procedimento
Lavo bene il miglio e le lenticchie rosse e le lascio in acqua per circa 30 minuti.
Dopo averli lavati taglio finemente il porro, cubetto la carota e la zucca. Verso un paio di cucchiai di olio in un tegame antiaderente e a fuoco medio faccio rosolare il porro con la carota e la zucca per 5 minuti circa, quindi aggiungo un pizzico di sale e faccio cuocere ancora con coperchio per altri 10 minuti.
Aggiungo  il miglio e le lenticchie rosse sciacquate e aggiungo l’acqua (per ogni porzione di miglio 3 di acqua, per ogni porzione di lenticchie rosse 2 di acqua). Aggiungo la foglia di alloro e far cuocere con coperchio per circa 20 minuti. Dopo questo tempo elimino la foglia di alloro, eventualmente aggiusto di sale e frullo il contenuto del tegame in modo da ottenere una crema liscia. Faccio cuocere ancora qualche minuto e aromatizzo con foglie di maggiorana.

Nasciamo gioiosi, pieni di meraviglia e potenzialità…poi succede qualcosa e tutto questo lentamente si perde..o si dimentica..  E nella nostra quotidianità sembra che le nostre scelte e decisioni, parole e gesti, siano condizionati da altro che non ci appartiene completamente..ma che continuiamo comunque ad incarnare. Si chiama condizionamento!
Quando realizzai pienamente questo non ebbi dubbi che dovevo fare qualcosa.. e ci impiegai un pò per capire cosa fino a quando non scoprii che esisteva un processo molto profondo che lavorava su questo: tutti dovrebbero saperlo!!! Si chiama Primal, la prima Guarigione è un lavoro profondo, intenso e impegnativo (e più risultati vuoi portare a casa, più sarà impegnativo..of course!) che supporta la persona a comprendere questi meccanismi, riconoscerne l’origine e le ferite che li hanno generati e avviare quindi il processo di comprensione e guarigione.
Sembra semplice e quasi banale detto così.. non lo è..soprattutto non è semplice!
Amo molto questo processo, prima di tutto perchè mostra qualcosa di fondamentale che ad ognuno di noi è sconosciuto: difficilmente dopo si guarda a se stessi e alle propria storia allo stesso modo.

E così quando 3 anni fa Irene Sgarbi, mi chiese di collaborare rendendolo ancora più completo occupandomi dell’alimentazione dei partecipanti ne sono stata felicissima. Lavorare per poter nutrire tutte le sfere dell’essere umano e supportarlo in questa scalata.
Mi sento come il monaco cuoco dei templi buddisti: ha un ruolo importante per il tempio poichè con il cibo deve curare, indirizzare o assecondare in base all’umore e necessità della comunità: così se c’è da supportare la meditazione, la calma e riflessione preparerà un cibo che sia lieve e accomodante, mentre se deve favorire il movimento e il lavoro fisico preparerà un cibo più energetico e che scaldi l’animo, e così via.

photo: www.thespruce.com

Così seguo, assecondo, supporto i partecipanti di questo processo: 7 giorni in cui si ha bisogno di sostegno per affrontare un lavoro profondo e avvolte doloroso; 7 giorni in cui c’è bisogno di energia e un corpo pronto ad agire perchè sottoposto fisicamente anche a pressione fisica; 7 giorni in cui bisogna essere leggeri ed percettivi a quello che stà accadendo; 7 giorni in cui bisogna anche essere rilassati, aperti all’ascolto a ricevere quello che accade..
Ecco che attraverso il cibo cerco di portare:
– sempre profonda cura per i partecipanti ma che non sia mai un “essere viziati”;
– non ottundere ma lasciare lucidità e leggerezza;
– essere in energia e in alcuni momenti spronare;
– supportare la concentrazione il focus sull’obiettivo;
– supportare uno stato di rilassamento quando è quello che è necessario;
– riportare essenzialiatà.
E tutto questo è possibile anche attraverso il cibo.
Dalla scelta del cibo passando attraverso la preparazione e infine la presentazione a chi riceve arrivano tutte queste informazioni.
Naturalmente tutto è possibile grazie al lavoro così preciso, attento ai dettagli, in cui ogni singolo partecipante viene curato e sempre “visto”. E il cibo mai vi distrarrà ma semplicemente sarà il mio mezzo per dare sostegno.

Una splendida opportunità che si tiene solo una volta l’anno.
Il prossimo appuntamento Primal, la prima guarigione per il 2017 è vicino: dall’9 al 16 Luglio 2017 immersi nella natura sull’Oltrepò Pavese. See you there.

Sempre più di frequente ultimamente mi trovo di fronte all’arrogante ignoranza dilagante, che va contro lo stesso buon senso, oltre che il nostro bene e quello del pianeta.. e rimango basita e senza parole. Dall’ultima esperienza di un intervista per un programma televisivo durante la quale sono stata colpita della beata superficialità del contesto e chi mi intervistava per passare alla lettura della notizia delle proposte avanzate per ridurre le emissioni di CO2 nel processo di produzione del latte: una delle “ideone”sarebbe ottimizzare la produzione facendo produrre ogni mucca ancora più latte, in modo da avere meno mucche ma più produttive.. Insomma… aumentiamo l’efficenza della mucca!! Non possiamo ridurre ..sono le mucche che si devono dare da fare! Tutto ciò è così innaturale per me che rimango senza commenti, non ne esistono nella mia testa completamente in tilt!
Mi rimangono parole per quello in cui credo e sicura di poter contribuire faccio la mia parte prendendomi cura attraverso il cibo: mostrando, illustrando, divulgando, creandolo e insegnandolo.
Ultimo e poi passo alla ricetta: mamme, nonne e non solo continuate a viziare i bambini ma con i dolci creati con le vostre mani e senza caramelle. Consiglio la lettura di questo breve articolo per capirne il perchè.

Ora passo alla ricetta, un idea anche un pò più sana per far mangiare i cereali, lo yogurt e usare dolcificanti un pò più equilibrati ecco la mia ricetta del giorno, perfetta per la primavera! L’idea del cestino l’ho ripresa da un idea di The Black Fig: onore a Francesca che è molto creativa con il cibo!

Se avete bisogno di altre “dolci” idee e spiegazioni a riguardo guardate in calendario quando è il mio prossimo corso di pasticceria naturale!

cestini_yogurt

Ingredienti per 5-6 cestini
100 g di fiocchi di cereali da prima colazione (fiocchi di avena, frumento, fiocchi di riso..)
1 cucchiaio di semi misti (mandorle, semi di girasole,
3 cucchiai di malto di riso
cannella in polvere oppure vaniglia per aromatizzare
Per riempire i cestini:
Yogurt di soia al naturale
frutta a piacere
Composta di frutta oppure sciroppo di farro
Procedimento
Frullo i fiocchi di cereali e i semi insieme in maniera grossolana in modo da continuare ad avere una parte in fiocchi e una parte più fine. Aggiungo ai fiocchi la vaniglia o la cannella (o entrambe) e aggiungo il malto e 2-3 cucchiai di acqua e amalgamo con un cucchiaio (o le mani) in modo da ottenere un composto omogeneo che sarà molto appiccicoso. Utilizzo degli stampini da muffin e in ognuno metto un paio di cucchiai di composto e lo plasmo con le mani umide in modo da formare un cestino e continuo con tutto l’impasto. Metto in forno a 150-160°C per 20 minuti circa fino a quando i cestini si asciugano completamente. Appena raffreddati sono pronti per essere riempiti con dello yogurt bianco e composte di frutta oppure frutta fresca o cos’altro suggerisce la fantasia.

Trovo che ci siano alcuni cibi che sono particolarmente amici di alcuni momenti dell’anno: così ecco che quando arrivano delle giornate fredde d’inverno come adesso oltre a bere qualche tisana calda in più e indossare i miei maglioni più caldi comincio anche a cucinare quello che può aiutare di più il mio corpo a rispondere bene a questo cambio climatico.
Oggi per esempio lo faccio abbinando un cereale semplice (riso integrale ma potrebbe essere anche miglio oppure grano saraceno..) ad una zuppa di azuki e zucca.
Gli azuki sono dei legumi interessanti per tutti i i loro valori nutritivi e sono di grande supporto per i reni: il freddo li mette sotto sforzo notevolmente (quante volte capita di sentire frasi del tipo: “con questo freddo devo correre costantemente in bagno..”?!?).
La zucca è un vegetale per eccellenza che aiuta a stabilizzare gli zuccheri nel sangue e supporta il pancreas in particola modo: affermato dalla medicina cinesi millenni fa, dalla macrobiotica più ampiamente diffuso negli ultimi cinquantanni…riportato nelle riveste scientifiche come antidiabetico negli ultimi anni… Anche la scienza arriva infine a ciò che gli antichi saperi avevano dedotto da secoli dalla semplice osservazione della natura.

Aggiunta di cipolla supporta la liberazione del sangue dalle tossine e le erbe espandono il tutto con le loro caratteristiche: ecco una delle ricette con cui tengo lontano gli effetti deleteri delle giornate fredde (e di troppe tossine) da mio corpo.

azuki_zucca

Ingredienti

Cereale a piacere (riso integrale, miglio, grano saraceno, avena..)

100 g di azuki secchi

250 g di zucca

1 cipolla

salvia e rosmarino

kombu o alloro (o entrambi)

sale integrale

olio evo

hatcho miso (facoltativo)

Procedimento

Lavo gli azuki accuratamente e li metto in ammollo alcune ore prima (o la sera  prima). Cuocio gli azuki in acqua fredda ricoprendoli almeno con due dita di liquido e aggiungo delle foglie di alloro e un pezzettino di alga kombu. La cotture richiede tra i 35 e i 50 minuti (dipende molto dagli azuki). A fine cottura aggiungo il sale.
In un secondo tegame scaldo dell’olio evo e aggiungo la cipolla tagliata a fettine sottili e la faccio ammorbidire a fuoco basso. Aggiungo anche la salvia e il rosmarino alla cipolla e quindi la zucca: aggiungo pochissima acqua per non far bruciare il fondo e coprendo con un coperchio faccio cuocere a fuoco basso fino a far si che anche la zucca si ammorbidisca.
Aggiungo alla zucca gli azuki (con eventuale loro liquido di cottura) e lascio insaporire: a scelta aggiusto di sale semplicemente oppure aggiungo poco miso a fine cottura. Servo insieme a riso integrale lungo (magari insaporito con erbe aromatiche e semi) o altro cereale.

Se gli azuki non ti stancano e poi vuoi continuare con un idea dolce con gli azuki e adatta all’inverno prova per esempio la mia idea di azuki in tazza… and enjoy!

happy_cup

Sei depresso, di cattivo umore, apatico?!? Pensi che ti possa salvare solo andare a fare shopping, la compagnia di un tiramisù, una bella birra oppure dormire e dimenticare tutto? E se invece provassi a cambiare la tua dieta?!?!

La relazione tra cibo e benessere fisico è ormai conosciuta da molto tempo, ma la relazione tra cibo e l’umore è stata esplorata solo più di recente quindi non per tutti è evidente che il cibo può influenzare la salute mentale ed emozionale!
Si pensa sempre che scegliamo cosa mangiare in base a come ci sentiamo…è vero…ma è anche vero che quello che scegliamo come cibo influenzerà il nostro umore!!!

The food and mood project è un progetto nato in Inghilterra che studia proprio queste relazioni: un survey è stato fatto su un campione di 200 persone verificando le loro strategie alimentari e diete e lo stato di salute riscontrati ai vari cambiamenti alimentari.

Il risultato è tanto ovvio (almeno ai miei occhi) quanto sconvolgente: delle semplici abitudini alimentari hanno cambiato il modo di essere e umore (quindi il modo di affrontare la vita!) dei partecipanti.
eathappy
In generale le strategie che hanno avuto maggiore riscontro sono state:
– Eliminare lo zucchero bianco per l’80% dei partecipanti;
– Eliminare la caffeina per il 79% dei partecipanti;
– Eliminare l’alcool per il 55% dei partecipanti;
– Eliminare la cioccolata per il 53% dei partecipanti;
– Eliminare i cibi contenenti frumento per il 49%dei partecipanti;
– Eliminare i cibi contenenti additivi per il 47% dei partecipanti;
– Eliminare i latticini per il 44% dei partecipanti;
– Eliminare i grassi saturi per il 39% dei partecipanti.

Le strategie aggiuntive che hanno apportato benefici sono state:
– Bere più acqua per l’80% dei partecipanti;
– Mangiare più verdura per il 78% dei partecipanti
– Mangiare più verdura il 72% dei partecipanti;
– Mangiare più pesce ricco di omega 3 e 6 per il 52% dei partecipanti;
– Mangiare più noci e semi per il 51% dei partecipanti;
– Mangiare più cibo integrale per il 50%% dei partecipanti;
– Mangiare più fibre per il 48% dei partecipanti;
– Mangiare più proteine per il 41% dei partecipanti;
– Mangiare più cibo bio per il 36% dei partecipanti.

vegfruI partecipanti hanno notato che anche delle buone pratiche quotidiane apportavano dei benefici, per esempio fare dei pasti e merende regolari, avere sempre uno snack con sè come spezza fame, programmare i pasti con anticipo e non lasciarli al caso.

Durante l’esperimento per molti è stato semplice adottare nuove strategie (per esempio stop caffeina, bere più acqua) soprattutto perchè i cambiamenti erano evidenti già dopo pochi giorni.

Su questi risultati sono stati identificati come cibi “stressogeni” alimenti come lo zucchero bianco (allo stato puro e come ingredienti di dolci, biscotti, pane, bevande ecc.), la caffeina, oltre a quella contenuta nel caffè, il te e le molte bevande gassate e ipocaloriche, l’alcool, il cioccolato, alcuni alimenti contenenti frumento e cereali con glutine, gli addittivi presenti in molti cibi confezionati; il latte e derivati, i grassi saturi (come quelli presenti negli insaccati, burro, ecc.).
Al contrario gli alimenti che hanno apportato benefici all’umore, i supporters, sono risultati soprattutto l’aumento di l’acqua, la frutta e verdura, gli alimenti integrali.

MA QUALI SONO QUESTI BENEFICI ALL’UMORE?

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Tra i partecipanti al survey i benefici sono stati riscontrati soprattutto sugli sbalzi di umore, stati di ansia e attacchi di panico (diminuiti nel 26% dei casi),  dipendenze alimentari, depressione (diminuiti nel 24 %), irritabilità, difficoltà di concentrazione (nel 19%), sindrome premestruale, iperattività, disturbi alimentari.

DIMMI COSA MANGI E TI DICO DI CHE UMORE SEI…

Ecco alcuni semplici esempi di come il cibo condizioni i cambiamenti di umore:
le fluttuazioni di zuccheri nel sangue influiscono sul nostro umore e livelli di energia;
– l’azione dei neurotrasmettitori cerebrali influenzano il nostro modo di pensare e la loro produzione dipende da ciò che mangiamo;
bassi livelli di vitamine, minerali, acidi grassi possono minare la salute mentale e queste variazioni dipendono sempre dall’alimentazione;
– gli addittivi artificiali, scatenano una serie di intolleranze;
– lo zucchero bianco produce un rapido innalzamento del livello delle endorfine nel cervello, seguito da un brusco calo. Questo può produrre sintomi di confusione, difficoltà nella concentrazione, ansia, irritabilità, aggressività, affaticamento;
– gli eccitanti, come il caffè, mascherano i sintomi di stanchezza ma ne amplifica i danni. Insieme al cioccolato possono essere associati ad ansia e attacchi di panico. Ed anche l’alcol, che distrugge alcune vitamine indispensabili alla salute;
– gli zuccheri integrali, invece, aiutano a stabilizzare l’umore perché vengono assimilati più lentamente, dando un effetto più duraturo senza sbalzi repentini;
cibi a base di frumento e latticini sono i principali imputati nelle allergie e intolleranze alimentari, che, ad esempio, sono associate con depressione e affaticamento.

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Qualche ritocco…
quale colore?
…e gli occhi? Sorridenti!!!
…in mano cosa? uhmmm…
…ma era come se fosse già lì…aspettava solo di essere visto…eccolo qui l’immagine che rappresenta ZenKitchen

logo2Meditare con le mani, essere nelle mani come se tutto il tuo essere, il cuore, l’anima fosserò lì in modo giocoso e divertente…così è creare in cucina per me …è come se fosse proprio un piccolo buddha a preparare!!!

Nelle fonti francescane si legge che quando Francesco sentì avvicinarsi la sua ultima ora, disse ad un frate di scrivere una lettera a donna Jacopa, per informarla della sua morte imminente e chiedendole di raggiungerlo alla Porziuncola, recandogli una veste per la sepoltura, le candele per il funerale e…i suoi  biscotti preferiti!!!

A donna Jacopa, serva dell’Altissimo, frate Francesco, poverello di Cristo, augura salute nel Signore e comunione nello Spirito Santo. Sappi, carissima, che il Signore benedetto mi ha fatto la grazia di rivelarmi che è ormai prossima la fine della mia vita. Perciò, se vuoi trovarmi ancora vivo, appena ricevuta questa lettera, affrettati a venire a santa Maria degli Angeli”. Alla fine della lettera, poi, esprimeva un desiderio: “Ti prego anche di portarmi quei dolci, che tu eri solita darmi quando mi trovavo a Roma”.

La celebrazione anche con sorella morte!